La casa di via Milano
Focolare per i disabili

Compie 35 anni la struttura in via Milano. Tre locali al primo piano  che ora hanno anche l'ascensore ma che non l'avevano quando iniziò l'avventura della Casafamiglia ideata per prospettare una vita il più possibile autonoma anche ai disabili.

COMO Un appartamento al primo piano di un palazzo senza ascensore, a Como, precisamente in via Milano 167. Non era il massimo per persone handicappate che potevano muoversi unicamente utilizzando una carrozzina.
Eppure proprio in quei tre locali, raggiungibili solo tramite una rampa di scale, iniziò l'avventura della Casafamiglia ideata per prospettare una vita il più possibile autonoma anche ai disabili.
Compie 35 anni il progetto realizzato in quell'appartamento dove il sogno di una vita più libera, non più esclusa dai normali contesti e relegata in luoghi di assistenza, si è avverato inaugurando una svolta all'epoca decisamente innovativa.
«L'idea era nata dalle riflessioni di un gruppo di persone con handicap o meno, che negli anni Settanta si incontravano presso il Centro Volontari della Sofferenza - racconta Gianna Scarponi, una delle prime che aderì immediatamente al tentativo proposto da un sacerdote.
«All'origine c'è stata la sensibilità e la fede di don Augusto Peduzzi, attento alle esigenze di ogni persona, capace di coglierne le aspirazioni spronando a non cadere nella rassegnazione» riferisce Gianna, colpita fin da giovane dalla sclerosi multipla, ricordando il prete straordinario, scomparso 6 anni fa, che trasmetteva il desiderio di una vita buona, vissuta nell'esperienza dell'aiuto reciproco.

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