Medico del Valduce colpito da meningite:
si sta riprendendo

Ha riconosciuto lui stesso i sintomi, è ricoverato nel Milanese. È meningococcica, ma reagisce bene. Profilassi ai colleghi

A poco più di tre mesi dall’ultimo caso di meningite registrato sul Lario, la temibile malattia infettiva è comparsa di nuovo. Questa volta ha colpito un medico dell’ospedale Valduce, di 35 anni, che ora si trova ricoverato al «Sacco» di Milano (l’uomo vive nel milanese). L’Asl di Como ha immediatamente avviato le misure di prevenzione obbligatorie, collaborando con la direzione sanitaria del «Valduce» per individuare tutte le persone che, negli ultimi giorni, hanno avuto contatti stretti e ripetuti con il medico, in ambito ospedaliero o altrove. La forma di meningite che ha colpito il professionista è quella meningococcica, la più pericolosa, ma le condizioni dell’uomo non sarebbero comunque gravi. Ricoverato da sabato sera, avrebbe infatti reagito bene alle prime cure dei sanitari: «Ho avuto notizie rassicuranti sullo stato di salute del nostro medico - spiega il direttore generale del Valduce, Nicola De Agostini - È stato proprio lui ad aver i primi sospetti e a farsi portare in ospedale, dove gli accertamenti hanno confermato che si trattava di meningite. Ora l’Asl sta portando avanti le procedure del caso, noi siamo tranquilli».
Sono già molte, intanto, le persone sottoposte a profilassi preventiva in città: «Si tratta di tutti coloro che hanno avuto contatti  stretti e  continuativi con il medico (per un tempo superiore alle 4 ore), cioè colleghi, stretti collaboratori e i pochi pazienti che rientrano nella tipologia prevista - fa sapere l’azienda sanitaria - Le persone che, invece, solo in via occasionale sono venute in contatto con il medico, indicativamente per una volta e per un periodo limitato, saranno sottoposte a sorveglianza sanitaria, con la collaborazione dei medici curanti. Al momento - conclude l’Asl - non esistono ragioni di allarme sanitario». La meningite si trasmette per via aerea, tramite goccioline di saliva, e il tempo di incubazione è molto breve. Proprio per questo gli interventi di profilassi devono essere attivati preferibilmente entro ventiquattro ore dal momento della segnalazione. L’ultimo caso registrato in provincia di Como risale all’inizio di novembre dell’anno scorso, quando un giovane padre di Cernobbio era stato colpito dalla forma meningococcica della malattia, mentre poche settimane prima l’allarme era scattato a Cantù.

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