Merci pericolose a San giovanni
la città vuole sapere

Secondo i vertici delle Ferrovie è tutto sotto controllo. Ma a Como neanche la Prefettura conosce con esattezza che cosa transiti dai binari dello scalo ferroviario

«Il sistema ferroviario nazionale conosce in qualsiasi momento il percorso di ogni treno in circolazione, il numero che riporta, dove si trova»: l’ufficio stampa delle Ferrovie dello Stato assicura che nessun convoglio si muove senza che nessuno conosca origine, destinazione e soprattutto materiale trasportato. «Nelle stazioni dalle quali transitano e sostano i treni merci - prosegue l’ufficio stampa - gli addetti vengono a conoscenza del materiale trasportato e della composizione attraverso i sistemi informatici che utilizzano per lavorare. E’ sufficiente un clic sul computer. In caso di anomalia, scatta una procedura automatica per allertare il territorio, protezione civile, vigili del fuoco, soccorsi sanitari, secondo il caso». Lo sa il sistema, lo sa il capostazione, ma anche il territorio vuol sapere che cosa contengono le cisterne dei treni che passano da Como. Lo chiede da anni la prefettura, per i piani d’emergenza e la protezione civile provinciale ha annunciato un censimento delle sostanze tossiche e pericolose che transitano lungo la strada ferrata. È per il nuovo piano di prevenzione dei rischi. L’ultimo risale ormai a cinque anni fa, nell’ambito del progetto Interreg 2001 - 2004 sulle procedure comuni d’intervento Como - Canton Ticino in caso di incidenti per cause naturali o dovuti alle attività umane. E l’assessore provinciale Ivano Polledrotti, dopo la catastrofe di Viareggio, aveva sottolineato l’urgenza di aggiornare le conoscenze  sui transiti pericolosi. Gli interrogativi sui rischi si sono riacutizzati l’altro ieri a San Giovanni: su un binario di ricovero, a sud della banchina, per guasto al locomotore, tra l’altro svizzero, s’è fermato  un treno – cisterna, quindici cisterne in fila, contrassegnate dal segnale di trasporto di propilene, gas liquefatto, infiammabile e che con l’aria forma una miscela esplosiva, asfissiante. Tre ore di allarme, tra viaggiatori e residenti, tuttora suggestionati dalla catastrofe di Viareggio. La protezione Civile presso la prefettura, raggiunta da una segnalazione, ha  rassicurato: cisterne vuote, il treno torna a Chiasso e ieri mattina era ancora a Balerna. Nella tarda serata dell’altro ieri, è passato da San Giovanni un altro convoglio - cisterna: non s’è neppure fermato e così fanno tutti i treni merci, ora che sono visibili, escono all’aperto, perché la galleria di Monteolimpino 2, sotterranea, è chiusa per ristrutturazione. È la Monteolimpino 1 a svolgere funzioni per merci e passeggeri, ma poiché ha più di 100 anni, sagoma inadeguata per i grandi carri, Como San Giovanni assiste al passaggio di 15 - 20 merci al giorno, proprietà e committenza privata, gestione diversa: Trenitalia Cargo, Nord Cargo, Ssb Cargo, svizzera.
Resta il tema: quanti treni bomba, con merci chimiche, tossico - nocive? Nessuno lo sa, a livello locale. A volte uno, a volte due al giorno, dipende dalla committenza, dalla richiesta di mercato, dal periodo e questo periodo, ferie a parte, è condizionato anche dalla chiusura della galleria di Monte Olimpino 2.  
Maria Castelli

© RIPRODUZIONE RISERVATA