Como, la città che perde i pezzi
Le immagini dello scempio

Rive che cedono, muri che crollano, gradini divelti e pavimentazioni completamente da rifare. Il Comune si arrende: non abbiamo soldi. Le immagini dello scempio

COMO - Rive che cedono, muri che crollano, gradini divelti e pavimentazioni completamente da rifare. È la Como che cade a pezzi. Dalla passeggiata di Villa Olmo fino a Villa Geno, passando per piazza Cavour e il centro storico, sono davvero numerose le transenne che delimitano aree di cantiere. «Ma il Comune - ha affermato ieri l’assessore Fulvio Caradonna - non ha i soldi per tutti gli interventi di riparazione necessari». Basta dire che i lavori di sistemazione della pavimentazione di via Fontana, davanti alla centralissima piazza Cavour, sono cominciati solo ieri, ben 8 mesi dopo che il tratto di strada è stato transennato.


I nubifragi di luglio hanno lasciato il segno. L’azione erosiva dell’acqua del lago, ha provocato danni ai muri e ai parapetti del lungolago. Per precauzione il Comune ha fatto transennare le aree pericolanti. Tra il Tempio Voltiano e il Monumento ai caduti ci sono due punti che da luglio sono delimitati da transenne gialle in plastica e nastro rosso e bianco che mettono in guardia i passanti. Vietato sporgersi per ammirare il lago. Per esempio, in corrispondenza della foce del Cosia la ringhiera traballa e rischia di spezzarsi se qualcuno vi si appoggia. Più avanti, verso il Monumento ai Caduti, il muro della sponda è ceduto e ha riversato in acqua cumuli di mattoni e pietre sgretolati. Proseguendo verso Villa Olmo ci si imbatte in altri due tratti transennati da quasi due mesi. Davanti a Villa Gallia, se ci si sporge verso il lago, si può vedere un chiaro e consistente cedimento. Anche in questo caso il muro è letteralmente franato e i gradini che conducono in acqua sono stati divelti dalla furia dei nubifragi. Un centinaio di metri più avanti una quindicina di metri di transenne delimitano la parte più esterna del percorso pedonale dove la pavimentazione è inclinata verso il lago. E che dire della diga foranea? Il 26 luglio scorso la motonave Orione è andata a sbattere contro  la parte finale della diga. Da allora gli ultimi dieci metri di passeggiata del pontile sono sbarrati dalla recinzione di cantiere. Ma ancora il Comune non sa dire quando verranno riparati i danni e quanto costerà.


Con il livello del lago così basso sono emersi numerosi punti delle sponde che versano in un pessimo stato di salute. Tre gradinate tra piazza Sant’Agostino e Villa Geno avrebbero bisogno di qualche intervento di riparazione. In altri tratti i muri sono stati erosi dall’acqua. Vicino alla fontana di Villa Geno si può vedere un parapetto che sembra in procinto di crollare in acqua. Senza contare che da quasi un anno e mezzo l’amministrazione comunale ha interdetto l’accesso al pubblico alla fontana di Villa Geno per un altro cedimento che rende pericolante lo spazio intorno alla fontana.



Solo ieri sono cominciati i lavori per la sistemazione della pavimentazione in via Fontana, davanti a piazza Cavour. Ma per 8 mesi la strada è rimasta transennata. Altre transenne - le solite in plastica gialle - da un mese e mezzo circondano la panchina in pietra di via Boldoni, nel cuore del centro storico. In questo caso il Comune non ha colpa. La proprietà della panchina è del fornaio che c’è difronte. Franca Salin, moglie del proprietario, ieri ha spiegato che «abbiamo speso 700 euro per mettere quella panchina, ma dopo due giorni è stata distrutta, probabilmente da qualche furgone in manovra. Ci dispiace, ma non abbiamo potuto ripararla subito. Vedremo di provvedere nelle prossime settimane».
Ad eccezione di via Fontana, gli altri interventi di riparazione dovranno fare i conti con i soldi nelle casse del Comune, che però sono troppo pochi come ha spiegato l’assessore Fulvio Caradonna: «Non posso dire quando verranno riparati tutti questi danni. Mancano le risorse, ma confido nell’avanzo di amministrazione che sarà applicato nelle prossime settimane. Anche per quanto riguarda la diga foranea, è vero che paga l’assicurazione della Navigazione, ma noi dovremo comunque anticipare i soldi».
Dario Alemanno

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