Carlo Castagna: se si pentono
potrei incontrare Rosa e Olindo
«Il perdono rende liberi». E’ l’imprenditore che ha perso moglie, figlia e nipotino nella strage di Erba, a pronunciare queste parole. Più volte le ha ripetute durante l’incontro sul perdono al santuario mariano di Guanzate. Non solo ha perdonato i coniugi Romano condannati in primo grado all’ergastolo per la strage dell’11 dicembre 2006, ma non ha escluso di poterli visitare in carcere
Quindi il racconto di quella maledetta notte. «Mi sentii abbandonato dal Padre, non potevo non invocare il suo aiuto. I carabinieri mi parlarono di tre, quattro, forse cinque persone uccise. In quell’istante ho sentito che qualcuno mi stava aiutando a portare una croce». Grande conforto dalla fede, ma anche tanto aiuto dalla suocera, dai figli, da don Giovanni. «Mamma Lidia mi ha detto "non possiamo recitare il Padre nostro se non sappiamo perdonare, bisogna stare su quella croce” e i miei figli mi hanno aiutato con il loro sostegno». Carlo Castagna non ha certo dimenticato i suoi cari.«Ho perso il contatto fisico, ma non la comunione con loro. Rispondo come farebbe Paola, una compagna stupenda, madre eccezionale e moglie sensibile, ho ricordi meravigliosi di Raffaella e del piccolino che ora è in un mondo di luce totale». Racconta poi un episodio inedito: la moglie, una settimana prima della strage aveva evidenziato il salmo 83 sui libri delle lodi che recitavano al mattino perché fosse posto su suoi annunci funebri. Ora la preghiera lo aiuta: «E’ l’unica arma per combattere il dolore e io fatto un patto con il Padre eterno: lasciami tutto il dolore, ma dammi altrettanta forza per sopravvivere. Paola e Raffaella, così attenta agli ultimi, cosa avrebbero voluto? Che io perdonassi. Il perdono rende liberi. A volte gli occhiali mi si bagnano di lacrime, ma sono un segno di speranza». Come quando il nipotino di sei anni gli ha chiesto:«La nonna è al cimitero e la zia Raffaella e Youssef? Sono in Tunisia, ho risposto. Ma nonno, mi ha detto, il cielo è uno solo».
<+G_FIRMA>Laura Attolico
© RIPRODUZIONE RISERVATA