Comaschi ricchi e stressati:
c'è davvero poco da sorridere

Lario ricco, dicono i dati sul prodotto interno lordo. Ma può bastare questo indicatore a misurare lo stato di salute di un territorio? Si ingrossano le fila di chi risponde «no». L'inchiesta del "Sole 24 Ore" vede Como perdere 14 posizioni

COMO Lario ricco, dicono i dati sul prodotto interno lordo. Ma può bastare questo indicatore a misurare lo stato di salute di un territorio? Si ingrossano le fila di chi risponde «no» e tra questi c’è il presidente francese Sarkozy, che ha affidato a due premi Nobel il compito di definire parametri capaci di fotografare meglio il livello di benessere di un Paese. Nel frattempo, ci hanno provato gli economisti dell’associazione «Sbilanciamoci» e gli esperti del <Sole 24 Ore>. Basandosi su indicatori come istruzione, ambiente e sicurezza hanno elaborato una classifica delle regioni e delle province italiane più in salute: i piazzamenti sono molto diversi rispetto a quelli delle tradizionali graduatorie basate sul Pil pro capite. Como, per esempio, perde quattordici posti. Evidentemente non è tutto oro quello che luccica.

POCO DIVERTIMENTO Lo studio condotto dal <+G_CORSIVO>Sole 24 Ore<+G_TONDO> relega la provincia di Como oltre metà classifica, al 56° posto su 103 province, con un punteggio finale di 100,1 che è sostanzialmente identico al dato medio nazionale (100). In Lombardia fanno peggio soltanto Varese, Pavia e Lodi. La graduatoria è stata stilata sulla base di otto parametri: condizioni di vita materiali, istruzione, speranza di vita, spesa per il divertimento, partecipazione alla vita politica, ambiente, sicurezza, rapporti sociali. Il territorio lariano conquista una buona posizione alle voci «condizioni di vita materiali» e «speranza di vita», mentre gli altri piazzamenti sono tutti al di sotto del 44° posto. Il risultato peggiore arriva dal capitolo istruzione: gli iscritti all’università nel 2007/08 sono stati 31,7 ogni cento giovani di età compresa tra 19 e 25 anni, dato che vale al nostro territorio un misero 91° posto su 103. Molto negativo anche il piazzamento nella classifica relativa all’ambiente, che ci vede relegati alla casella numero 75, terzultimi in Lombardia con un rapporto molto alto tra tonnellate di anidride carbonica e valore aggiunto reale (in milioni di euro), pari a 402,2. E ancora: basso il numero di associazioni di volontariato presenti sul territorio (0,55 ogni mille abitanti), tanto che Como non va oltre il 73° posto in Italia. Ben oltre la metà della graduatoria, infine, anche il piazzamento ottenuto sulla base della spesa pro capite per cinema, teatro, sport, concerti e mostre; Como è al 61° posto con una media di 41,10 euro investiti da ogni comasco nel 2008 (in Lombardia precediamo solo Lecco e Lodi).

CI SALVA LA SANITA’ Senza infamia e senza lode il piazzamento nella classifica sul grado di partecipazione alla vita politica (il 71,2% di affluenza alle urne registrato in occasione delle ultime Europee vale il 51° posto) e quello relativo alla sicurezza (posizione numero 44, con 2.280 reati ogni centomila residenti). Le uniche buone notizie per il Lario arrivano dal livello del sistema sanitario (primo posto a livello regionale e 26° in Italia grazie a un’aspettativa di vita alla nascita di 81,7 anni) e dal cosiddetto «valore aggiunto pro capite», che misura le condizioni di vita materiali della popolazione: 42° posto con 24.864 euro nel 2008. Se non si tiene conto soltanto della quantità (Pil), ma ci si focalizza anche sulla qualità, la provincia di Como scivola dunque nei piani bassi delle classifiche: portafoglio pieno e lunga vita, da una parte, inquinamento alle stelle e poco divertimento dall’altra. Per la cronaca, il primato del benessere va alla provincia di Forlì-Cesena, seguita da Ravenna, Firenze e Siena.
Michele Sada

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