Rissa fra bande rivali,
feriti e denunce

 Una rissa in piazza Volta sabato sera, uno strascico, ancora più violento, domenica all’ora del tiggì delle 20, questa volta a Sagnino. Guerre tra bande di ragazzini a giudicare dai verbali di denuncia, querela e controquerela oltre che dai verbali d’arresto della polizia, le cui volanti hanno messo fine al parapiglia

COMO Una rissa in piazza Volta sabato sera, uno strascico, ancora più violento, domenica all’ora del tiggì delle 20, questa volta a Sagnino. Guerre tra bande di ragazzini - a giudicare dai verbali di denuncia, querela e controquerela oltre che dai verbali d’arresto della polizia, le cui volanti hanno messo fine al parapiglia. Ragazzini tra i sedici e i vent’anni ma dall’approccio già molto violento. Uno di loro, diciannove anni, casa e famiglia a Laglio, è stato arrestato con l’accusa duplice di lesioni e rapina, per avere malmenato un rivale e per avergli portato via il telefono cellulare e il portafoglio.
La storia riguarda una ventina di giovani in tutto. Il primo episodio, stante le denunce successivamente sporte gli uni nei confronti degli altri, risale alla notte a cavallo del weekend, quando un ragazzino di soli sedici anni si imbatte in due tizi di poco più grandi di lui che lo apostrofano e - almeno, questo è quello che riferirà più tardi - lo aggrediscono colpendolo al volto con il collo, fracassato, di una bottiglia di birra. Il risultato è una brutta ferita allo zigomo che al Sant’Anna, più tardi, i medici del pronto soccorso giudicheranno guaribile con otto giorni di prognosi. L’offesa è evidentemente di quelle insopportabili se è vero, come è vero, che il giorno seguente, la domenica, decine di telefonate innescano la mobilitazione generale. L’appuntamento è fissato per la sera, questa volta però a Sagnino, in piazza, dove alle 20 le due bande rivali si fronteggiano in un crescendo d’odio e tensione Va in scena lo stesso canovaccio della notte precedente, con la differenza che questa volta le braccia (e i piedi) sono molti di più e che, soprattutto, ci sono armi, come il cosiddetto «nunchaku», strumento piuttosto noto a chi frequenta le arti marziali, un pericolosissimo doppio bastone fissato con una corta catena. Si picchiano tutti, una trentina di giovani e giovanissimi tra i 16 e i 20 anni, dandosele di santa ragione finché, in piazza, non arrivano le volanti della polizia. È il fuggi fuggi generale, tranne per i due protagonisti del più violento tra gli episodi della serata. Uno di loro ha una brutta ferita in testa che gli sarà poi medicata con una dozzina di punti di sutura, l’altro è invece il giovane di Laglio, Andrea Cetti, che, secondo gli agenti, oltre ad aver rifilato a rivale una manica di botte, gli ha anche rapinato il cellulare e il portafogli. Il resto è il resoconto di una serie di denunce a piede libero e di un interrogatorio sostenuto in carcere ieri mattina, al termine del quale a Cetti, assistito dall’avvocato Pierpaolo Livio, sono stati concessi gli arresti domiciliari.
St. F.

© RIPRODUZIONE RISERVATA