Muro, non è mai la volta buona
Caradonna incollato alla sedia

«Entro poche ore auspichiamo il rimpasto». Da quando l’assessore comunale Fulvio Caradonna è stato sfiduciato dal consiglio lo scorso 20 ottobre per lo scandalo del muro del lungolago, Alessio Butti, coordinatore provinciale del Pdl, non era ancora intervenuto. Ieri, però, ha annunciato che la soluzione al problema è molto vicina

COMO «Entro poche ore auspichiamo il rimpasto». Da quando l’assessore comunale Fulvio Caradonna è stato sfiduciato dal consiglio lo scorso 20 ottobre per lo scandalo del muro del lungolago, Alessio Butti, coordinatore provinciale del Pdl, non era ancora intervenuto. Ieri, però, in conferenza stampa (per la verità convocata per parlare del tesseramento) ha annunciato che la soluzione al problema è molto vicina. Se ieri si trattava di attendere poche ore, è più che lecito pensare che oggi sia la giornata decisiva. Butti non ha parlato esplicitamente dell’opportunità che Caradonna si dimetta, ma ha fatto sempre riferimento al problema delle deleghe. Del resto, dopo la sfiducia l’assessore ha rimesso tutte le sue competenze nelle mani del sindaco. Non basterà, però, un valzer di deleghe per rimettere la situazione a posto e ridare slancio all’amministrazione comunale, letteralmente impantanata nella vicenda del muro delle paratie. Non basterà, perché la Lega Nord punta ad ottenere l’allontanamento definitivo di Caradonna dalla giunta di Palazzo Cernezzi. E finora, com’è noto, il sindaco Stefano Bruni ha sempre detto di non avere intenzione di revocarlo, né il diretto interessato ha mai dichiarato l’intenzione di dimettersi.
Proprio per queste reticenze (di Bruni e dell’assessore) la Lega è sul piede di guerra, pronta ad andare fino in fondo. In una riunione del direttivo comasco del Carroccio, l’altro ieri sera, sembrava fosse stato raggiunto l’accordo per lanciare un ultimatum a Bruni da annunciare pubblicamente ieri: o si dimette Caradonna o si dimettono i consiglieri e gli assessori leghisti. Un ultimatum motivato anche dall’onda emotiva generata dalla caduta dell’amministrazione di Lecco, dove la sindachessa lumbard si è vista messa al tappeto dal Pdl. La linea intransigente, sarebbe stata poi bloccata all’ultimo momento dai vertici provinciali del partito. Il segretario cittadino della Lega, Valter Brisotto, ha smentito: «Abbiamo parlato di problemi interni alla Lega e anche della questione di Caradonna. Adesso attendiamo che il sindaco dica o faccia qualcosa. Certo, è ovvio, non possiamo attendere all’infinito. Soprattutto, la città non può attendere all’infinito». La questione verrà trattata, stando alle indiscrezioni emerse nella serata di ieri, in un incontro tra i consiglieri e assessori lumbard e il segretario nazionale Giancarlo Giorgetti, per prendere una definitiva decisione su cosa fare se Caradonna non si dimettesse.
Il destino dell’amministrazione Bruni potrebbe subire un duro colpo dalle dimissioni in massa dei leghisti. Butti non nasconde che «quanto successo a Lecco ci dovrà fare ragionare insieme agli amici della Lega, ma la soluzione ai problemi del Comune di Como non passano solo da Caradonna. La Lega - ha poi aggiunto Butti - è responsabile con il Pdl nel bene e nel male. Non bastano le dimissioni di Caradonna per rilanciare l’amministrazione». Il coordinatore ha poi tenuto a fare sapere che «il Pdl in amministrazione provinciale (dove il presidente è il leghista Leonardo Carioni, ndr) ha chiesto la verifica di metà mandato». Ben consapevole che il Pdl a Villa Saporiti ha la maggioranza. A questo punto tutto è nelle mani di Bruni e Caradonna. Le dimissioni farebbero tornare il sereno. Questo potrebbe avvenire nella giornata di oggi, se è vero, come sembra, che ieri in un ennesimo incontro il Pdl abbia individuato nelle sue dimissioni l’unica “exit strategy” possibile.
Dario Alemanno

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