Piazza Garibaldi e i costi
Un pozzo senza fondo

Già spesi settantamila euro per le riparazioni al granito che si sbriciola. Aperti due contenziosi. Nel futuro dovranno essere stanziati tra i 15 e i 20 mila euro l'anno. Angiola Tremonti si scaglia contro il premio al progetto: "inaudito".

CANTU' E’ di 70 mila euro, fino a oggi, il costo straordinario sostenuto dall’amministrazione comunale per le riparazioni della nuova piazza Garibaldi. Soldi spesi tra lo scorso anno e quest’anno: per l’esattezza, quasi 61 mila euro per i lavori di sistemazione delle lastre e oltre 9 mila euro per lo studio affidato lo scorso anno all’ingegnere comasco Antonio Capsoni, incaricato proprio di individuare i problemi di stabilità delle lastre nel punto di curvatura della calotta della piazza sul fronte di via Ariberto e via Matteotti. Problema strutturale, questo, ormai risolto nella scorsa primavera.  
Rimane, invece, il problema del dissesto dove transitano auto e bus: il Comune sembra rassegnato a prevedere costantemente opere di manutenzione straordinaria, ipotizzando una spesa tra i 15 e i 20 mila euro ogni anno.
Comprendendo quindi le spese straordinarie sostenute fino a oggi, la nuova pizza Garibaldi è venuta a costare complessivamente 2 milioni e 378 mila euro tra interventi edilizi veri e propri, spese tecniche, illuminazione e interventi sulle vie circostanti.
Ammontano a 282 mila euro le spese tecniche (le varie fasi di progettazione e le perizie da parte dell’architetto Roberto Cremascoli e dell’ingegner Edoardo Belponer). Per i lavori veri e propri eseguiti dall’Impresa costruzioni moderne di Agrigento, sono stati spesi invece 1 milione e 499 mila euro.
Per i difetti di costruzione (o di progettazione, sarà il tribunale a stabilirlo), il Comune ha aperto due contenziosi, contro l'azienda esecutrice ma anche contro i progettisti.
Intanto, il consigliere comunale Angiola Tremonti ironizza sul premio "magistri cumacini" assegnato dall'ordine degli Architetti al progetto della piazza. "E' una piazza bruttissima realizzata a capocchia" dice Tremonti, che sottolinea come nella giuria del premio vi sia un professionista che fece parte della giuria nominata dal Comune che scelse il progetto.

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