Cabiate, omicidio di Natale
Il pm ha chiesto l'ergastolo

Rito abbreviato, ma Tonino Mazzaferro rischia comunque il carcere a vita per aver sparato ad Andrea Verna. L'altro imputato, accusato di favoreggiamento, potrebbe essere condannato a due anni e mezzo. La difesa sostiene invece l'assoluzione.

CABIATE Ergastolo. Il pubblico ministero Simone Pizzotti non fa sconti a Tonino Mazzaferro, 31enne imprenditore di Cabiate in cella dai primi di gennaio con l’accusa di aver ucciso con un colpo di pistola l’amico e coetaneo Andrea Verna. Venerdì mattina, durante la requisitoria nel corso dell’udienza preliminare per l’assassinio avvenuto nella notte tra il 23 e il 24 dicembre scorsi, il magistrato titolare del fascicolo ha sollecitato per l’imputato il massimo della pena, e ha motivato la pesante richiesta ponendo l’accento sulle aggravanti contestate: quella dei futili motivi, della mancata collaborazione di Mazzaferro con l’inchiesta (l’imputato non si è mai fatto interrogare dalla procura, tranne che nel corso della convalida dell’arresto, quando aveva negato ogni coinvolgimento nel delitto) e dei precedenti a suo carico. Nessuno sconto significativo, dunque, neppure per la scelta del rito abbreviato: nel corso della requisitoria, infatti, il pubblico ministero ha sottolineato come, se il caso fosse finito in dibattimento, avrebbe richiesto l’ergastolo con l’isolamento diurno.
Diametralmente opposte le conclusioni dell’avvocato difensore di Tonino Mazzaferro, l’avvocato milanese Amedeo Rizza, il quale ha sollecitato l’assoluzione del proprio assistito in quanto a suo carico non vi sarebbe alcuna prova. In particolare il legale ha insistito per l’assoluta mancanza del movente e per l’inattendibilità del testimone oculare. Per Davide Commisso, il 20enne imputato per favoreggiamento personale, il pubblico ministero ha chiesto una condanna a due anni e mezzo.
L’udienza preliminare è stata aggiornata a dicembre.

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