Alitalia, Brunetta "gela" il clima:
un assunto dallo Stato e vado via

Il caso Alitalia sul tavolo dei tecnici di Bruxelles e tornato a scontrarsi con le polemiche di casa nostra. E' stato il ministro della Pubblica amministrazione a lanciare una sorta di monito, che ha raggelato il clima del confronto. Brunmetta è stato categorico: se un solo esubero di Alitalia sarà assunto fra gli statali, me ne vado immediatamente dal governo

Il piano di salvataggio di Alitalia arriverà domani sul tavolo di confronto tra governo e sindacati, con tempi strettissimi per un accordo. Il ministro Renato Brunetta gela il teso clima di attesa: «anche se non c'è l'accordo dei sindacati si va avanti», dice, ma resta una voce isolata. Pronunciate alla vigilia di un incontro delicatissimo sono parole giudicate inopportune anche da esponenti della stessa maggioranza: «Invitiamo Brunetta a mordersi la lingua», dice il parlamentare del Pdl Stefano Saglia perchè «se l'obiettivo sarà raggiunto con il consenso almeno di una parte dei rappresentanti dei lavoratori sarà un fatto positivo». Il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, ha ricordato che con Alitalia a pochi giorni dal fallimento i tempi del confronto sono necessariamente stretti, ma ha garantito la disponibilità ad un «confronto autentico», che non sia fermo su un progetto da prendere o lasciare. Intanto prende spessore la preoccupazione delle Regioni per l'impatto a livello locale del progetto: il presidente Piero Marrazzo chiede che la Regione Lazio possa partecipare con 10 milioni alla cordata per salvare Alitalia, per avere voce in difesa degli interessi dell'area. La Lombardia, invece, invitata da Marrazzo a fare lo stesso ha risposto di no. La giunta pugliese ha chiesto al governo un confronto in sede di Conferenza Stato-Regioni La cordata di imprenditori italiani creata per far rinascere la compagnia in una nuova società, come previsto dal Piano Fenice, lavora a ritmo serrato e dopo aver mosso i primi passi concreti conferma la fiducia nel progetto: lo ha sottolineato l'ad designato della «Nuova Alitalia», Rocco Sabelli, dopo un incontro con il commissario straordinario di Alitalia, Augusto Fantozzi, che aveva chiesto di poter approfondire i contenuti dell'offerta da 400 milioni. La proposta della cordata di acquisire da Alitalia gli asset operativi, per integrarli con Air One in una nuova compagnia, ha ottenuto un primo via libera dal commissario straordinario: ad un primo esame, ha indicato Fantozzi, «appare volta a soddisfare le finalità» fissate dal governo nel decreto con cui è stata ridisegnata la procedura dell'amministrazione straordinaria per spianare la strada al progetto per Alitalia.
«Lavoro 14 ore al giorno, è questa la prova della mia fiducia», dice Sabelli. Mentre il presidente della newco, Roberto Colaninno, è volato a Bruxelles per un incontro tecnico con la Dg Trasporti della Commissione Europea. Nata come srl, con l'adesione con quote simboliche di 16 imprenditori, la società (Cai, Compagnia Aerea Italia), verrà trasformata venerdì dall'assemblea dei soci nella società per azioni che sarà il nocciolo della Nuova Alitalia. Un nucleo, con una prima dotazione intorno al miliardo di euro, destinato a rafforzarsi con nuovi soci e l'ingresso di una compagnia straniera con una quota non di controllo: si tratta ancora su più fronti.
La partita più difficile è al tavolo con i sindacati, determinati nella scelta di voler discutere nel merito del piano industriale per pesarne le possibilità di successo prima di aprire il delicatissimo capitolo degli esuberi. Il numero «non è stato ancora definito esattamente» ha ribadito il ministro Sacconi che ha preannunciato una serrata trattativa no-stop per chiudere il confronto entro la fine della prossima settimana.
Mentre alla vigilia del tavolo il ministro dello Sviluppo Claudio Scajola ha avvertito: se i sindacati «dovessero dire no al piano si assumerebbero la responsabilità di un fallimento che lascerebbe più di 20mila persone senza lavoro e l'Italia senza compagnia di bandiera».

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