Alitalia: il piano Cai costerà
3 miliardi euro ai consumatori

E' uno studio dell'Istituto Bruno Leoni, e che sostiene che il salvataggio della compagnia di bandiera e il rilancio della nuova società peserà per non meno di 3 miliardi sulle tasche dello Stato

Per l'Istituto Bruno Leoni, il salvataggio di Alitalia porterà a un aumento dei costi del trasporto aereo nazionale. Lo sostengono Andrea Giuricin, fellow dell'Istituto Bruno Leoni, e Ugo Arrigo, docente presso l'Università di Milano-Bicocca, nel Briefing Paper «Una 'fenice' da tre miliardi di euro. Quanto costa ai consumatori il piano di Cai?».

Secondo Giuricin, «La struttura dei ricavi di Cai pone seri indizi in favore di rendite di posizione monopolistica nel mercato domestico italiano. Cai riuscirà ad avere introiti unitari più elevati del 36 per cento rispetto al mercato spagnolo, che ha caratteristiche relativamente simili a quello italiano, e di circa il 32 per cento in più rispetto alla vecchia Alitalia». Per Giuricin, «con gli introiti unitari della vecchia Alitalia la spesa totale per i consumatori nei cinque anni sarebbe stata 6,2 miliardi di euro e il risparmio rispetto a Cai di 2,1 miliardi di euro». La mancata liberalizzazione del trasporto aereo intercontinentale, sottolinea l'Ibl, permetterà a Cai di mantenere una posizione di oligopolio per queste tratte.
E' la ragione per la quale nel complesso il 'Piano Fenice' costerà ai viaggiatori 3 miliardi di euro.

Per Alberto Mingardi, direttore generale dell'Ibl: «il piano Fenice viene presentato nella surreale condizione in cui il regolato si sostituisce al regolatore nel definire le regole.
Così, la nuova Alitalia potrà operare senza doversi confrontare con una concorrenza vera nei voli nazionali. Così, i contribuenti saranno costretti a pagare la bad company, mentre i viaggiatori saranno forzati a sostenere una compagnia con una struttura dei costi chiaramente inefficiente e gonfiata».

Red-Pie

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