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Martedì 06 Gennaio 2009
«Altro che lavorare di più...»
La rivolta dei pediatri di base
«Siamo stressati»: secco no alle proposte del primario del S. Anna
Carla Brigida, pediatra comasca, sostiene: «Sul territorio siamo pochi. Ieri, per esempio, ho visitato 50 bambini in un giorno. Ognuno di noi deve sobbarcarsi una gran mole di lavoro, senza sostituti. Se per una giornata non possiamo lavorare, dobbiamo accordarci con un collega, che si accolla il doppio delle visite. La gente non ci pensa, ma siamo sempre sotto pressione». Lo scarso numero di specialisti ha una spiegazione: «Anni fa, quando la pediatria di base stava nascendo, i posti per chi voleva specializzarsi erano molti, ora invece dalle scuole escono 3-4 pediatri l’anno. L’esiguità dell’organico è un problema sul territorio, ma anche in ospedale, dove ho lavorato a lungo. Come ha ricordato il primario del Sant’Anna, in caso di urgenze in reparto, il medico di turno è costretto a lasciare scoperto il Pronto soccorso». La dottoressa parla di «situazione critica, sia per noi sia per i genitori, che si lamentano e vanno in crisi se il pediatra di fiducia non c’è. Ma l’Asl non può fare miracoli, senza nuovi professionisti».
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