Azouz decide di tornare in Tunisia
Il suocero: giusto per il suo bene

Carlo Castagna commenta del decisione del genero di lasciare l'Italia: "Per lui credo sia la soluzione migliore possibile, del resto pensava già di farlo assieme a Raffaella"

ERBA «Per il suo bene, credo sia la soluzione migliore: Azouz in Tunisia potrà ripartire da zero, in Italia non sarebbe stato possibile». Carlo Castagna parla con grande serenità di Azouz Marzouk e analizza la decisione, resa nota dal legale del giovane tunisino, Roberto Tropenscovino, di accettare il patteggiamento proposto dal pm Massimo Astori e che prevede, oltre a 14 mesi di reclusione (gran parte ormai scontati) la sua espulsione dal territorio nazionale. Il tunisino si trova tuttora agli arresti domiciliari a Lecco per una vicenda di spaccio di droga nell’Erbese che ha portato in carcere suo fratello e diversi suoi cugini: a fine settembre è prevista in tribunale a Como l’udienza preliminare per la quale il suo avvocato ha annunciato che Marzouk intende accettare il patteggiamento con contestuale espulsione. «In fondo - prosegue Carlo Castagna - quella di trasferirsi in Tunisia era una decisione che mia figlia Raffaella e suo marito avevano già preso a settembre 2006, un mese dopo che Azouz era stato scarcerato per l’indulto e poco più di due mesi prima della strage dell’11 dicembre. Mi ricordo che mia figlia mi aveva detto che si sarebbero trasferiti a Zaghouan nel 2007, anche se non avevano ancora deciso bene quando e come. Ammetto che io e mia moglie Paola eravamo un po’ preoccupati, soprattutto per il nostro nipotino, il piccolo Yousef, ma era una decisione alla quale non ci saremmo comunque opposti».

© RIPRODUZIONE RISERVATA