«Cantù, adesso meno nomi e più voglia»

Pareri La delusione brucia ancora, chissà ancora per quanto. Ma la mancata conquista della finale non scoraggia i tifosi

La delusione brucia ancora, chissà ancora per quanto. Ma la mancata conquista della finale playoff di A2 da parte della S.Bernardo Cantù non scoraggia i tifosi. Che, incrollabili, per l’anno prossimo confidano nella società.

Il sindaco di Cantù, Alice Galbiati, seppur delusa invita a guardare avanti: «Pensavo che quel canestro allo scadere di gara 1 fosse un segno del destino, un’iniezione di entusiasmo che ci avrebbe portati in finale. L’eliminazione è dura da mandare giù, soprattutto perché Cantù è già una squadra da serie A per quello che riguarda la progettualità e, soprattutto, il tifo. Magnifico. Il campo ha detto Pistoia, ma la società e la città devono guardare avanti e rimboccarsi le maniche, spirito in cui i canturini non sono secondi a nessuno».

Immediatamente, dopo l’eliminazione, un pensiero ha attraversato la testa di molti tifosi: “e ora il palazzetto?”. Galbiati spazza via ogni dubbio: «Il risultato sportivo ha la sua importanza, ma questo è un progetto di lungo periodo, decisivo per la sostenibilità futura della società. L’iter comunale si è concluso e tutti i documenti sono nelle mani della Provincia, ormai prossima alla pubblicazione del bando di gara. Guardiamo dunque avanti con fiducia e tenacia».

Un lungo sospiro, prima di rispondere. Per Angelo Porro, presidente della Bcc Cantù - da decenni partner della Pallacanestro Cantù - la sconfitta contro Pistoia è stato un brutto colpo: «Ci vediamo a Desio in autunno. Ed è questa la cosa importante, perché vuole dire esserci ancora. Credo però che, prima di tutto, si debba lavorare prima sullo spirito di squadra, che in gara 5 contro Pistoia è mancato».

Da un presidente a un altro: «Nessuno si aspettava questo esito – ammette Paolo Frigerio, presidente del Cc Canturino di ciclismo -: il tifo è stato fantastico, ci credevano tutti. Poi a un certo punto si è spenta la luce. I tifosi di Pistoia hanno fatto un grande omaggio all’allenatore e mi è piaciuto: Brienza si è meritato questa finale. Qualcuno dei nostri invece ha tirato indietro la mano».

«Mancata Dalla tribuna stampa, con Le News, il giornalista Maurizio Losa, ex colonna della Rai, ha commentato le sfide della S.Bernardo: «Qualcosa non ha funzionato, soprattutto la forza mentale della squadra. Sulla carta, Cantù non avrebbe dovuto avere difficoltà, ma è innegabile che già in Coppa Italia si era visto il primo segnale di questa debolezza mentale».

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