Cantù e la security delle cosche
«Interverremo sul mercoledrink»

Il sindaco Arosio: «Non avremmo mai affidato l’ordine pubblico a dei privati improvvisati». Sulla movida: «Serve sicurezza, prenderemo provvedimenti anche impopolari»

Di una cosa il sindaco Edgardo Arosio si dice certo, che il progetto della criminalità organizzata per gestire la sicurezza dei locali del centro con la benedizione dell’amministrazione comunale non si sarebbe concretizzato.

«Perché noi – assicura – non saremmo caduti in questo errore. Non avremmo mai affidato un tema delicato quale la gestione della sicurezza a quattro ragazzotti, quello spetta alle forze dell’ordine». E di un’altra cosa è sicuro: «Dobbiamo ripensare al modo in cui è stata vissuta la piazza sinora, anche a costo di scelte impopolari».

I dettagli che via via emergono dall’informativa finale inviata alla Direzione distrettuale antimafia di Milano e sfociata negli arresti delle scorse settimane a carico di Giuseppe Morabito e dei suoi uomini delineano un quadro sempre più grave.

Non una semplice infiltrazione, ma una vera e propria colonizzazione. Si viene a sapere dunque che personaggi legati alla malavita, e persino già condannati nell’operazione antimafia Fiori nella notte di San Vito della metà degli anni Novanta, stavano mettendo a punto un progetto per «garantire la sicurezza di piazza Garibaldi» tra l’altro cercando anche di «intascare fondi pubblici attraverso l’utilizzo di uomini preposti anche a un servizio di contrasto all’abuso dell’alcol».

Un nuovo tassello che certo non rasserena il sindaco Arosio: «Non mi risulta che si siano mai fatti avanti con noi – sottolinea – ma sicuramente avremmo alzato un muro di assoluta diffidenza».

Altri dettagli sul giornale in edicola lunedì 9 ottobre.

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