Cabiate: molestie verbali sul lavoro
Imprenditore pagherà 100mila euro

l giudice accorda un maxi risarcimento a una ex dipendente di un’azienda di tappeti e moquette. Per anni è stata vittima di ripetute e offensive allusioni a sfondo sessuale da parte del suo capo

Cabiate

Altro che clima goliardico in azienda: le allusioni ripetute, i doppi sensi, le facezie a sfondo sessuale, oltre che creare un ambiente di lavoro “ostile, degradante umiliante e offensivo”, costituiscono la materia di una importante sentenza emessa dal tribunale di Como, che ha condannato un imprenditore di Cabiate titotare di un’azienda di tappeti e moquette a risarcire i danni subiti dalla sua dipendente, sottoposta per cinque anni, dal 2008 al 2013 ad un ossessivo e martellante bombardamento di battute oscene.

Il giudice Gian Luca Ortore ha stabilito che il titolare di una piccola impresa che conta venti occupati, dovrà versare alla donna (la denuncia risale al settembre 2013, le sue dimissioni all’estate del 2014), 105mila euro, che diventano 150mila euro se si considerano le spese legali e processuali.

Un campionario umiliante di ciò che non si ascolta nemmeno più nelle caserme, almeno da quando è stata tolta la leva obbligatoria.

Ecco una breve antologia dei grevi “apprezzamenti” che l’uomo riservava ogni giorno alla sua impiegata: «Con te avrei paura di fare sesso, secondo me gli uomini li distruggi», «usi giocattoli erotici», «ti metterei un cuscino sulla faccia e...». E ai clienti e fornitori della sua ditta, diceva: «Facciamo un cambio merce, io ti do lei», oppure, invitava gli altri impiegati: «Dai, andiamo tutti con lei nello sgabuzzino».

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