Senna, emozioni con il papà di Ema
«Ragazzi, dite tutti no alla droga»
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«Ho dovuto perdere mio figlio per capire quanto sia effimera la felicità. Un dolore così non lo cancelli, ma se lo sai accogliere, ti aiuta a essere migliore»

«Ho dovuto perdere mio figlio per capire quanto sia effimera la felicità, basata su denaro e successo. Un dolore così non lo cancelli. Sto combattendo insieme al dolore. Se lo sai accogliere, il dolore ti aiuta a essere migliore. A me ha tolto la paura della morte. Oggi mi basta che alla fine di questi incontri un ragazzo mi abbracci, mi dica grazie con gli occhi lucidi». E’ anche con queste parole che papà Gianpietro Ghidinin, l’altra sera, a Senna, ha ricordato suo figlio Ema - Emanuele - morto a 16 anni per una serata sbagliata, in cui giravano allucinogeni.

Ema si è buttato nel fiume - il Chiese, nel Bresciano - dove anni prima, con suo papà, aveva liberato un pesciolino rosso. Ora Ema è una fondazione, Ema Pesciolino Rosso voluta dalla famiglia per parlare a cuore aperto ai giovani. Per aprire con loro una riflessione profonda non solo sui rischi delle droghe e sulle dipendenze. Ma anche su chi siamo.

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Affollatissimo il salone del centro sociale di via Roma: «Mio figlio quella sera era con altri amici, dopo una serata in cui giravano delle droghe. Quando Emanuele si è trovato vicino al punto dove dieci anni prima, insieme, avevamo liberato un pesciolino rosso, è come impazzito. “Io devo uccidermi”. Ed è scomparso nello stesso punto».

L’articolo completo sul quotidiano La Provincia in edicola domenica 13 gennaio 2019

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