Cantù, Palazzetto fermo
«La guerra a Turra non serve»

Maggioranza e opposizione sono d’accordo

Si moltiplicano gli inviti alla cautela

Salvare il salvabile, evitare un Palababele 2, non infilarsi in una querelle legale che avrebbe come unico risultato quello di bloccare per altri vent’anni l’area di corso Europa.

Di fronte alla piega assunta dai lavori per la realizzazione del palazzetto, ieri ancora inesorabilmente fermi, le opposizioni invocano prudenza e cautela. Perché la città non merita di trovarsi un’altra volta alle prese con il cantiere di un’opera pubblica impantanato a tempo indefinito.

Situazione delicata e le parole dell’assessore alla Gestione del Territorio Vincenzo Latorraca sono state piuttosto chiare: «L’amministrazione si riserva di mettere in atto tutti gli strumenti in suo possesso per arrivare a una definizione della situazione».

Il che significa, nel momento in cui si ravvisasse l’inadempienza da parte di Turra, la società di Cazzago San Martino che sta realizzando il project financing da oltre 50 milioni di euro, arrivare alla rescissione del contratto.

Per lunedì alle 18.30 è già fissata una seduta della commissione consiliare Lavori pubblici, nel corso della quale Latorraca aggiornerà i consiglieri in merito allo stato dei lavori. Un’occasione per confrontarsi in vista di quella che si profila come la fase cruciale per il futuro dell’operazione.

«Far andare alla malora un’altra opera pubblica senza averle provate davvero tutte sarebbe squalificante per la città», il parere di Antonio Pagani del Partito democratico.

Invita a ricomporre un rapporto che non è mai stato idilliaco anche Giuliano Cappelletti, coordinatore del Pdl: «La situazione è senza dubbio molto preoccupante, ma i lavori eseguiti finora sono di qualità e Turra ha già investito credo almeno 4/5 milioni in questo cantiere. Io ritengo si debbano ammorbidire i toni e cercare di trovare una chance per andare avanti».

Molto cauto anche il leghista Nicola Molteni: «Voglio aspettare la commissione di lunedì, perché sarà l’occasione per capire come l’amministrazione vorrà procedere da qui ai prossimi mesi. Di sicuro già ad agosto dissi che a mio avviso era necessario cominciare a ragionare su un’ipotesi alternativa, che pure si spera non serva».

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