Cogne: confermata la sentenza
La Franzoni va in carcere

La Cassazione ha confermato la sentenza che ritiene Anna maria Franzoni l'assassina del figlioletto Samuele. La donna ora dovrà andare in carcere e scontare 16 anni di galera. L'ordinanza è già stata firmata.

E' definitiva la condanna a sedici anni di reclusione per Anna Maria Franzoni, la mamma accusata di aver ucciso - a Cogne, il 30 gennaio 2002 - il figlioletto Samuele di due anni. La Prima sezione penale della Cassazione, dopo circa tre ore e mezzo di camera di consiglio, ha infatti confermato il verdetto emesso il 27 aprile 2004 dalla Corte di Assise di Appello di Torino. In questo modo la Suprema Corte ha accolto la richiesta fatta nella sua requisitoria dal magistrato piu' autorevole della Procura di Piazza Cavour, il sostituto procuratore generale Gianfranco Ciani. ''Con umana pieta', ma con giuridica certezza'' il Pg ha chiesto al collegio presieduto da Severo Chieffi di respingere il ricorso dei legali della Franzoni, Paolo Chicco e Carlo Federico Grosso. Secondo Ciani sono del tutto legittime le perizie che supportano la pronuncia di colpevolezza della Franzoni: il Pg non ha avuto nulla da eccepire sullo studio dei tracciati del sangue che, ha ricordato rispondendo alle obiezioni difensive, e' un metodo usato in paesi ''ad elevata democrazia giudiziaria'' come Usa e Francia. Ciani ha difeso la perizia psichiatrica effettuata sulla Franzoni in appello sottolineando che ''se l'imputata si e' sottratta all'accertamento, non c'era altra via che valutare il suo comportamento sulla base del materiale disponibile: le interviste rilasciate dall'imputata, i test fatti in primo grado e le intercettazioni''. Il pg ha, inoltre, convalidato gli esiti della perizia medica condotti su Samuele che certificavano la morte del bimbo come avvenuta prima dell'arrivo dei soccorritori in elicottero. Infine Ciani non ha dato alcun peso al fatto che l'ex avvocato della Franzoni, Carlo Taormina, avesse continuato a difenderla pur essendo coindagato con lei per frode processuale e avendo parlato negativamente della sua cliente al pm che aveva il fascicolo del 'Cogne bis'. Per il Pg queste circostanze non hanno menomato il diritto alla difesa della mamma di Cogne dal momento che si tratta di elementi di un procedimento diverso da quello per l'omicidio volontario del piccolo Samuele. Vani sono stati dunque gli sforzi di Chicco e Grosso che avevano depositato un ricorso di 180 pagine e che hanno svolto, rispettivamente, arringhe di oltre un'ora e mezza. Senza successo i legali - subentrati alla difesa della Franzoni dopo la rottura con Taormina che in primo grado aveva portato a una condanna a 30 anni - hanno battuto il tasto sulla mancanza di un metodo a monte che certificasse l'utilizzo dello studio dei tracciati del sangue sulla scena del delitto (bloodstrain pattern analysis). Per Grosso il verdetto di appello e' ''carente di motivazione e connotato da contraddizioni: poggia sulle sabbie mobili e le prove scientifiche non reggono ad una analisi''. Chicco ha puntato l'indice sul ''diritto alla difesa della Franzoni, pesantemente calpestato durante tutto il processo d'appello''

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