Como, crisi in bottega
Cancellati 2mila posti di lavoro

Congiuntura difficile anche per il commercio. E a farne le spese sono i piccoli negozi che nel primo trimestre 2008 hanno perso fino al 5% il loro giro d'affari, pregiudicando anche l'occupazione. Da gennaio a marzo persi 1.400 posti, da aggiungere agli 800 saltatai negli ultimi tre mesi del 2007.

Como - La crisi delle vendite e dei consumi travolgono i piccoli negozi di città e fanno saltare posti di lavoro. Anche nel primo trimestre 2008 i dati del commercio si sono confermati negativi. Dopo un 2007 quasi costantemente in perdita non ha fatto eccezione l’inizio del 2008: -1,76% la flessione nel volume delle vendite fino alla fine di marzo a fronte di una crescita dei prezzi del 2,3%. Una dinamica che ha coinvlto tutti i tipi di consumi: dagli alimentari a quelli non alimentari con un calo di giro d’affari del 3,5% e un aumento dei prezzi contenuto al +1%. Vendite in calo, che trascinano invitabilmente al ribasso anche l’occupazione dei negozi. I posti di lavoro hanno registrato un tasso di uscita considerevolmente superiore rispetto a quello delle assunzioni: un 3,7% contro l’1,4%. Una differenza che lascia senza lavoro 1.400 addetti, quasi il doppio rispetto agli 800 che già avevano perso il posto nell’ultimo trimestre 2007: in meno di sei mesi, quindi, cancellati 2mila posti. Le famiglie non hanno soldi da spendere, se non per i beni necessari. Così il calo delle vendite risulta inevitabile. I dati congiunturali si riferiscono ai comparti dei beni al dettaglio alimentari, non alimentari e al dettaglio non specializzato. Ciò che fa capire come i comaschi siano spinti ad acquistare solo ciò che è veramente indispensabile è il livello stazionario delle vendite degli articoli alimentari. Stessi livelli di fine 2007, nonostante una crescita dei prezzi vertiginosa nei primi tre mesi del 2008: +2,3%. Ma al contempo il calo delle vendite di quegli esercizi che commercializzano beni non alimentari si rivela notevole: -3,5% di fatturato con una crescita dei prezzi più contenuta che si è fermata all’1%. Scendono leggermente le vendite del comparto che si occupa del dettaglio non specializzato, calo dello 0,2% al fronte dell’aumento dei prezzi dell’1%. Appare chiaro come una crescita dei prezzi considerevole come quella degli alimentari sia percepita in maniera pesante dalle famiglie, le quali non possono destinare i propri risparmi ad altro genere di beni. Tornando ai dati congiunturali di inizio 2008 va registrato come Como sia perfettamente in media al dato regionale per la contrazione delle vendite. L’indice lombardo registra infatti una perdita dell’1,76%. La provincia comasca viene superata in questa negativa classifica solo da Milano che perde oltre il 4%. Lodi che registra il -2,7%. Bergamo che ci precede con il -1,92%. Da segnalare che oltre a Pavia e Varese che perdono intorno all’1% delle vendite nel settore, le altre province registrano un situazione stazionaria. Tutte tranne una. Lecco infatti rispetto al 2007 ha aumentato il giro d’affari del 3,21% in completa controtendenza con il resto della regione. La situazione comasca evidenzia in più che sono proprio gli esercizi di piccole dimensioni i più penalizzati dalla crisi. Quelli da 3 a 9 addetti subiscono una flessione di oltre il 5%. Questo ulteriore dato fa capire una volta di più come la grande distribuzione la faccia sempre più da padrone all’interno del mercato andando a soffocare le realtà a gestione familiare o comunque di ridotte dimensioni. Per quanto concerne gli ordinativi in riferimento agli esercizi lariani il saldo fra indicazioni di aumento e di flessione è risultato negativo per oltre il 20%. Guardando ai comparti la flessione di quello alimentare in questo caso è stata la più pesante con oltre il 33%. Per il non alimentare il calo è stato del 23%. Per quello non specializzato si è limitato al 14%. Guardando al futuro le previsioni non possono essere tanto positive poiché da marzo 2007 allo stesso mese del 2008 il calo è stato costante. E fra gli operatori prevale infatti pessimismo.
Andrea Tarragoni

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