Como, finisce in manette
lo stakanovista delle rapine

Un curriculum impressionante per Biagio Zappiello, arrestato a Como dalla polizia al termine di un inseguimento da cinema d'azione: 39 anni, 15 dei quali trascorsi in galera. Più o meno 180 tra furti, evasioni ed estorsioni

Tutti i tipi di rapina. Da quella impropria a quella a mano armata fino alla versione con ostaggi. Biagio Zappiello, arrestato domenica pomeriggio, 6 aprile, dalle volanti al termine di un inseguimento da annali delle cronache, è a suo modo un campioncino: residente ad Abbiategrasso, 39 anni, 15 dei quali trascorsi nelle patrie galere, ha un curriculum penale impressionante.
Più o meno 180 tra furti evasioni rapine estorsioni (riuscite o solo tentate) commessi nei soli sei anni di libertà vissuti dal compimento della maggiore età. Sono trenta reati all’anno, con una particolare predilezione per quelli cosiddetti contro il patrimonio. «Vado mica in giro a fare stragi», precisava ieri mattina in tribunale davanti al giudice che lo stava processando. Lui no, la "sua" macchina - non fosse stato per i poliziotti - avrebbe anche potuto far male a qualcuno. Alle cinque del pomeriggio di domenica, del resto, in piazza Matteotti era pieno così. E quando Zappiello, che arrivava da via Torno, si è accorto delle volanti, ha pensato bene di speronare la prima delle due macchine della polizia e di buttarsi fuori da quella sua cui fuggiva, noncurante che, dotata di cambio automatico com’era, avrebbe proseguito a correre. Rubata una mezz’oretta prima dal garage del lezzenese Fabrizio Genazzini (che a "La Provincia" ha scritto per ringraziare «professionalità, responsabilità e meticolosità degli agenti»), la Mercedes Slk sarebbe finita dritta sui passanti se l’autista della seconda pattuglia, la stessa che l’aveva appena intercettata in via Torno, non fosse riuscito a sorpassarla e a tagliarle la traiettoria facendosi speronare.
Tra le urla dei passanti e lo choc degli automobilisti immobilizzati in coda in via Foscolo, Zappiello aveva preso intanto a scappare a gambe levate verso via Manzoni. Gli agenti si sono divisi. In due gli sono andati dietro a piedi zigzagando come lui tra le macchine ferme in colonna, mentre gli altri hanno ripreso il volante cercando di tagliargli la strada da largo Leopardi per impedirgli di saltare sul primo treno diretto a Milano. Il fuggitivo è stato svelto a infilarsi invece in via Caniggia, così mentre un agente continuava a inseguirlo a piedi, gli altri risalivano via Manzoni a manetta per immettersi in via Rezzonico. È stata soltanto questione di aspettare pochi secondi, perché, alla fine, Zoppiello è finito dritto in braccio ai poliziotti.

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