Contratti, il modello Marcegaglia
costa 2mila euro in meno

Il modello propopsto da Marcegaglia sulla riforma dei contratti potrebbe costare ad un lavoratore dipendente fino al 2,7%in meno, in quattro anni il calo sarebbe di 1.914 euro in meno, Dal '95 i profitti sono cresciuti del 74%, i salari del 5,5%

Il modello proposto da Confindustria per il calcolo dell'inflazione nei contratti provocherebbe una perdita delle retribuzioni che, nel giro di 4 anni, sarebbe alla fine del -2,7%, con una perdita equivalente a 1.914 euro tra il 2008 e il 2011. È il calcolo fatto dalla Cgil prendendo come riferimento gli indici e la riduzione del 'valore puntò come base di calcolo proposta da Confindustria nel documento a cui l'organizzazione di Corso Italia ha detto 'nò.
Secondo la Cgil, sempre considerando la riduzione del 'valore puntò come base di calcolo, con la misurazione dell'inflazione prevista dall'accordo del '93 la crescita delle retribuzioni contrattuali nei prossimi anni sarebbe, invece, in linea con l'inflazione effettiva.
Allo stesso modo, applicando il modello confindustriale ai salari degli ultimi 5 anni, ci sarebbe una perdita cumulata del -2,2% rispetto all'aumento del +2,1% prodotto dall'applicazione dell'accordo del '93. Tra il 2004 e il 2008 la perdita di retribuzione sarebbe stata pari a 1.357 euro.
In particolare un lavoratore metalmeccanico avrebbe avuto in busta paga 1.032 euro in meno, un chimico 1.465 euro in meno, un lavoratore del commercio 1.299 euro in meno.
A questa perdita, si deve poi aggiungere la mancata restituzione del fiscal drag, che da sola aumenta il prelievo per i lavoratori dipendenti con moglie e figli a carico dello 0,5%, provocando un'ulteriore riduzione di retribuzione di un punto per i lavoratori senza carichi e di mezzo punto per quelli con carichi. Nelle simulazioni fatte dal segretario confederale della Cgil, Agostino Megale, avvalendosi delle banche dati dell'Ires, emerge inoltre che tra il 1995 e il 2007 le retribuzioni per dipendente nelle grandi imprese sono cresciute del 5,5% mentre i profitti netti per dipendente sono cresciuti del 74,5% nelle 1.400 grandi imprese dell'industria e comunque del 10,4% in tutte le imprese industriali.

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