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Mercoledì 07 Gennaio 2009
<Così vidi morire don Renzo>
Ma resiste l'ultimo segreto
Dieci anni dopo, il vicario: <Feci un giuramento al vescovo e non posso scioglierlo>
Un segreto, un giuramento? «Tranquilli - scrive Don Giovanni - ce ne sono tanti che parlano, parlano, parlano ancora e solo noi due, Maggiolini ed io, sapevamo cosa ne avevamo in tasca, che cosa abbiamo dovuto affrontare!». E scrive «una delle pagine più dolorose dell’Episcopato, che tutti hanno dimenticato. Un prete viene pugnalato al cuore da un extracomunitario per pochi spiccioli. Accorro alle urla disumane che Don Renzo emetteva e che mi accompagnano sempre. Vedo Don Renzo, lo soccorro, vedo l’omicida, lo riconosco tra mille. Lui mi muore tra le mani. Con le mani sporche di sangue innocente, compongo tre numeri di telefono: 118, 113 e il vescovo Alessandro: Ma cosa stai dicendo, ma cosa stai dicendo, in un salire di voce, cosa devo fare? Lui a me e io a lui, in lacrime: corra in ospedale! Nel frattempo, riconosco l’omicida. Alle 18,30 il caso è chiuso anche al Viminale. Su richiesta del Prefetto e del Questore chiudo il centro per extracomunitari».
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