Crisi mutui, Borse caute
Europa, taglio tassi a dicembre

La crisi dei mutui contagia anche l'Europa. E la Banca centale europa si dimostra preoccupata, tanto da far supporre un taglio del costo del denaro a dicembre. Ora si attende il via al piano di aiuti Usa.

Eurolandia deve aspettare ancora un pò per un taglio dei tassi d'interesse: fino a dicembre secondo gli economisti. Ma domani, al consiglio direttivo, i vertici della Banca centrale europea non si limiteranno a tirare le somme sulle aggressive iniezioni di liquidità, che vedono la Bce in prima fin dall'inizio della crisi e che procedono a pieno regime ora che i mercati si stanno accanendo sulle banche europee. Il consiglio presieduto da Jean-Claude Trichet dovrà fare il punto sul forte impatto che la crisi dei mutui sta avendo sulle economie dei Quindici. E prendere atto che la crescita sotto zero e l'inflazione in rallentamento (al 3,6% a settembre dal 3,8% di agosto e 4% di luglio) potrebbero consentire un intervento ravvicinato sui tassi, forse già a fine anno.

Trichet potrebbe cominciare a preparare il terreno già alla conferenza stampa di domani. Dove un accenno all'impatto della crisi finanziaria sulla crescita economica, o anche solo il mancato riferimento alle formule semantiche da 'falcò anti-inflazione adottate negli ultimi mesi, saranno probabilmente interpretati dai mercati come il segno che l'istituto si prepara a tagliare il costo del denaro verso fine anno. Proprio Trichet, oggi, ha detto che il piano di salvataggio delle banche oggi al vaglio del Congresso a Washington «deve passare, per la salvaguardia degli Stati Uniti e per la salvaguardia del sistema finanziario globale». Parole che testimoniano le preoccupazioni, al di qua dell'Atlantico, per la situazione dei mercati e, a caduta, per il rischio di una recessione che potrebbe essere globale. Senza il 'piano Paulson' diversi operatori prevedono una crisi sistemica dei mercati finanziari, dagli esiti imprevedibili.

Proprio il mancato via libera del Congresso, la scorsa settimana, ha scatenato del resto il contagio della crisi dagli Usa verso Eurolandia, costringendo i governi di Irlanda, Benelux, Germania e Francia a correre in salvataggio di numerose banche. Sabato, a Parigi, Trichet incontrerà i leader di Francia, Germania, Italia e Gran Bretagna, convocati dal presidente di turno dell'Ue, Nicholas Sarkozy, per affrontare un momento così critico assieme al presidente dell'Eurogruppo, Jean-Claude Juncker, e a quello della Commissione Ue Josè Barroso. Sarkozy ha in mente un «nuovo ordine» finanziario globale, e proprio dalla Francia, nella persona del ministro agli Affari europei Jean Pierre Jouyet, è arrivato l'appello affinchè la Bce «tragga le conseguenze» della crisi.
Per la Bce diventa sempre più difficile tenere l'accento sull'inflazione piuttosto che sul rischio-crescita, e domani se ne potrebbe avere la conferma. È infatti probabile che gli eventi delle ultime settimane abbiano peggiorato lo scenario tratteggiato nelle previsioni della Bce di un mese fa (crescita all'1,7% quest'anno e all'1,4% il prossimo): proprio oggi Juncker ha detto che Eurolandia crescerà soltanto dell'1% nel 2009, anche se non c'è bisogno di un piano come quello degli Usa, e la crisi non è paragonabile a quella dell'altra parte dell'Atlantico.

Intanto, mentre la Bce continua ad operare incessantemente sul mercato interbancario per regolare la liquidità del sistema che le banche sembrano voler trattenere quanto più possibile (una politica volta ad allontanare il panico dalle banche europee, e ben distinta dalla politica dei tassi, rivolta invece all'inflazione e all'economia reale), da Adusbef e Federconsumatori è arrivato l'appello a tagliare i tassi «anzichè iniettare liquidità in dollari, come sta facendo in questi giorni».

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