Crollano produzione e fatturato
L'industria "vede" la crisi

Primi segnali pesanti per l'economia comasca. Nei primi tre mesi del 2008 la produzione industriale ha subito una brusca frenata registrando un minimo di +0,25%. In caduta sia il fatturato sia gli ordinativi. Qui l'intervista al presidente degli industriali, Taborelli

Como - Produzione stagnante, quasi ferma, vicina allo zero. Il primo trimestre 2008 si chiude con un triste primato per l’economia comasca: la produzione industriale sfiora a mala pena lo 0,27%, sotto la media lombarda dello 0,4%. E il calo della produzione vale per tutte le dimensioni aziendali, con una maggiore difficoltà soprattutto per le grandi imprese. Insomma, sono lontani i tempi della risalita, quando la congiuntura trimestrale chiudeva con +1,88% (gennaio-marzo 2007) o addirittura un dignitoso +3,04% (stesso periodo del 2006). Segni di ripresa che oggi, dati alla mano, diventano una chimera. Nonostante le ore di cassa integrazione ordinaria registrino un calo sensibile - sono scese a 150mila, dalle 167mila del primo trimestre 2007 e addirittura del 62,5% su base annuale - il bilancio produttivo è pesante. L’economia provinciale perde colpi: prova ne è che la maggior parte delle imprese chiudono il trimestre segnando «un calo produttivo». A registrare una netta diminuzione sono anche gli ordini, sia interni che esteri (-3%), nonostante l’export avesse fatto da tenuta finora. Né può dirsi soddisfacente il tasso di utilizzo degli impianti industriali, fermo appena al 64%. Lo stesso fatturato delle aziende, pur non riportando segni negativi, mostra segni di rallentamento: quello interno retrocede dell’1,2%, quello estero invece resta stazionario. E il futuro non è roseo. Anzi, tutt’altro. «C’è da aspettarsi di peggio - dice senza mezzi termini il presidente dell’Unione Industriali di Como, Ambrogio Taborelli. Che già preannuncia «un netto peggioramento», nel prossimo trimestre, anche delle ore di cassa integrazione erogate nelle aziende. Lo annuncia fuori dai denti. «I dati delle analisi congiunturali sono sempre vecchi - incalza - posso assicurare che gli ammortizzatori registreranno un balzo nel secondo trimestre, che del resto è già quasi finito». C’è da aspettarsi allora nuove crisi? «Non escludo niente» risponde in tono secco Taborelli. Il presidente degli industriali non si sbilancia troppo, corregge il tiro, ma l’evidenza della crisi sta nei numeri. Tra i nostri confini la crisi travolge tutti i settori: dal tessile al siderurgico, dal chimico al meccanico. A registrare un margine positivo, ma prossimo allo zero sono soltanto il legno-mobile, che chiude con un +0,12%, il chimico (+0,98%) e la carta-editoria, che sfiora un più 1,15%. Lo stesso per l’artigianato, che pure nei mesi precedenti aveva mostrato segni di risalita, tanto da trainare i risultati congiunturali dell’intero settore economico provinciale. Nel primo trimestre 2008 invece il trend si inverte: anche le piccole e medie imprese artigiane chiudono con un netto - 2,49%. Ben lontano è il +1,28% toccato a fine marzo 2007, ma anche il quasi stagnante 0,26% dei primi tre mesi 2006. Segni positivi arrivano dal mercato del lavoro. Nei primi tre mesi è in discesa il ricorso alla cassa integrazione ordinaria che si è ulteriormente ridott: da 167mila ore del 4° trimestre 2007 le ore sono scese a 150 mila del 1° trimestre 2008. La diminuzione delle ore ha interessato quasi tutti i settori di attività, ad eccezione del comparto meccanico e chimico. Gli interventi a carico delle aziende del comparto tessile sono diminuite del 19% mentre quelle del comparto abbigliamento si sono ridotte dell’8%. In sensibile calo anche le ore autorizzate per le aziende del legno-arredo e carta e poligrafiche. In flessione anche gli interventi della cassa integrazione straordinaria: 48 mila ore circa nel 1° trimestre 2008, contro le 247 mila ore autorizzate nel 4° trimestre 2007, quasi tutte a carico delle aziende tessili.
Chiara Sirna

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Eco di Bergamo Intervista a Taborelli