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Lunedì 05 Gennaio 2009
«I pediatri lavorino di più»
Il primario del Sant’Anna: troppi al Pronto soccorso, sistema da rivedere
«Abbiamo 80-90 accessi nell’arco delle 24 ore, complice la chiusura degli studi dei pediatri sul territorio - spiega il primario di via Napoleona, Riccardo Longhi - Il sistema va profondamente rivisto, perché è inaccettabile che mamme e papà non abbiano alternative al Pronto soccorso. L’organizzazione basata sui pediatri di famiglia ha dato risultati importantissimi per 30-40 anni, siamo stati all’avanguardia in Europa. Ma ora la società è cambiata e bisogna fare scelte radicalmente diverse». Il primario non mette però sotto accusa i genitori che corrono in ospedale: «Non sono medici ed è normale che si allarmino se, per esempio, il figlio ha la febbre alta da due giorni. Possiamo fare tanti discorsi sull’educazione di mamme e papà, possiamo sostenere che sono troppo apprensivi, ma in realtà vanno capiti. A volte è difficile persino per uno specialista scoprire l’origine del malessere di un bambino...». Proprio per questo, servirebbe un primo “filtro” sul territorio: «I pediatri di famiglia devono accordarsi tra loro e costituire gruppi che consentano l’apertura degli ambulatori per tutta la settimana, prefestivi e festivi inclusi. In questo modo, in Pronto soccorso arriverebbero solo i casi più gravi. Allo stato attuale, invece, nei weekend o nel periodo natalizio chi lavora in ospedale è costretto a visitare più di tre bambini all’ora e deve sperare che in reparto non ci siano urgenze. Se ci sono situazioni critiche in corsia, infatti, deve lasciare il Pronto soccorso, dove inevitabilmente si crea la coda».
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