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Venerdì 03 Ottobre 2008
Il caro estinto si fa cremare
E le ceneri finiscono nel lago
Sempre più comaschi scelgono di spargere i resti dei propri familiari
Niente sepolture, niente cimiteri e tumulazioni. Per dire addio al caro estinto c’è chi sceglie la dispersione delle ceneri, magari nel lago, oppure nel proprio giardino. Una pratica diventata ormai realtà anche a Como: nel 2007 sono stati 3 i cittadini che hanno “liberato” nell’aria i resti del parente dipartito, quest’anno sono già 6. Anche la cremazione fa registrare un incremento: il forno del cimitero monumentale di Como ha polverizzato 644 salme nel 2006, mentre per il 2008 ben 1.215 (dato aggiornato a ieri).
Chiunque può recarsi in mezzo al lago con l’urna cineraria sotto braccio, aprirla e svuotarla dalla barca. A patto che rispetti alcune condizioni. Prima di tutto la volontà del trapassato. La legge regionale del 2007 che regola questa pratica fissa regole ben precise. Perché i congiunti possano procedere con la dispersione delle ceneri è necessario che il defunto abbia espresso tale volontà o attraverso l’iscrizione a una società di cremazione (in città se ne contano già tre) o attraverso apposita disposizione testamentaria certificata da un notaio. In assenza di tale disposizione le ceneri vengono riposte in un’urna sigillata che viene consegnata ai parenti per la tumulazione o, in caso di apposita richiesta, per l’affidamento a un familiare. Per la dispersione i parenti devono compilare un apposito modulo che viene rilasciato dall’ufficio cimiteri del Comune dove deve essere indicato il luogo di dispersione e le modalità con cui il defunto aveva espresso la propria volontà. Importante: la dispersione è vietata nei centri abitati, mentre è consentita in natura (mare, laghi, fiumi, boschi e montagne, purchè liberi da natanti e manufatti) ed è anche consentita in aree private all’aperto con il consenso del proprietario.
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