Il caso Ici, i sindaci replicano:
ai Comuni tutte le tasse sulla casa

Continua il dibattito in chiave federalista sulla nuove imposte da assegnare ai Comuni dopo la cancellazione dell'Ici, l'imposta sugli immobili. E un coro unanime arriva dai Comuni: basta Ici, piuttosto date ai Comuni tutte le tasse che oggi gravano sulla casa. Sarebbe un'imposta federalista.

Un coro unanime dai sindaci: l’Ici non torni mai più, ma al suo posto occorre una nuova imposta che sappia dare sufficiente autonomia finanziaria e responsabilità di spesa ai Comuni. Il sindaco di Firenze e presidente dell’Anci, Leonardo Domenici, su tutti, fa una proposta sulle tassazioni degli immobili: «Una imposta federale sugli immobili, o comunque un tributo che possa dare effettiva autonomia e responsabilità ai comuni italiani: questo è l’obiettivo primario, che tutti gli amministratori locali si pongono proprio perché sappiamo che l’Ici è un tributo che serve a erogare e a sostenere i servizi per i cittadini». Gli fa eco il sindaco di Milano, Letizia Moratti, per la quale sull’Ici Umberto Bossi ha sollevato «un problema reale». Intervistata dal Tg1, la Moratti ha detto: «Il governo ha fatto bene a togliere l’Ici perché è una tassa ingiusta in quanto colpisce la casa indipendentemente dalla capacità di produrre reddito, penso per esempio ai giovani o agli anziani». «D’altro canto - ha aggiunto - il ministro Bossi ha posto un problema reale rispetto al fatto che l’Ici è l’unica leva fiscale dei Comuni. Per questo motivo stiamo lavorando con il ministro Calderoli per un progetto che non reintroduca l’Ici ma che, semplificando, lasci ai Comuni tutte le tasse che in questo momento sono legate alla casa ma vengono incassate dallo Stato». Per Sergio Chiamparino, invece, sindaco di Torino, il dietrofront di Bossi è frutto di confusione perché non si può con la mano destra chiedere il federalismo e con la mano sinistra abolire l’unica tassa che è nata con un carattere federalista, cioè il territorio che finanzia gli investimenti che gli enti locali fanno». La soluzione, quindi?: «Io un’idea ce l’ho», dice Chiamparino.«Non so se è la stessa di Calderoli ma potrebbe incontrarsi perché sulla casa, che in tutta Europa è la base dell’imposizione locale, non c’è solo l’Ici, ma ci sono tante altre tassazioni. Io dico, prendiamo tutte queste imposte e trasferiamole ai Comuni e poi una quota ritorni al centro per concorrere al fondo di perequazione. Così non si aumenterebbe la pressione fiscale, non si aggiungerebbero delle tasse e si garantirebbe un rapporto stretto fra la tassa che va ai comuni e il bene, cioe’ la casa, sulla quale i comuni possono fare delle politiche per valorizzare e per migliorare l’utilizzo del patrimonio immobiliare stesso». Intanto sull’intera vicenda ieri l’Avvenire, il quotidiano dei vescovi, è intervenuto con estrema severità: «Con le tasse non si scherza mai». E al Senatur, il giornale consiglia «un po’ più di sobrietà », anche se, osserva, si tratta di una «speranza destinata ad andare delusa».

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