Il diritto alla barbarie
non va accettato

Il grande male colpisce ancora e arriva a macchiare di sangue anche il tempo del riposo e delle vacanze. Un’occasione perfetta, secondo i loro piani, per agitare la paura nei confronti, non solo dell’Occidente, per rivendicare il loro atroce diritto alla barbarie assoluta che non teme nessun livello dell’orrore e nessuna soglia del diritto umano. E soprattutto in questo calda giornata di prima estate, sembrano voler ancora una volta stabilire un ordine assoluto, il loro, che è quello della morte e del male non solo come arma di guerra, ma soprattutto come possibilità di destabilizzazione e annientamento globale. Dalle spiagge di Tunisi alla Centrale del Gas vicino a Lione, fino alla base militare in Somalia e alla moschea in Kuwait non ci sono più confini e non ci sono distinzioni rispetto agli obiettivi in questa follia di morte di cui l’Isis incarna l’aspetto mostruoso e sanguinario, che nasconde non tanto una fame atroce di possesso del mondo intero, ma la necessità di un’Apocalisse in nome di principi religiosi che vanno al di là della religione stessa, visto che uno degli attentati, quello in Kuwait, è stato rivolto, contro una moschea, in un venerdì nerissimo e fosco, e ha colpito persone che pregavano la loro stessa religione.

L’Isis ha un unico obiettivo, quello della distruzione totale, di se stessi in primis, pronti come sono ad immolarsi per una causa che a noi rimane ignota, ma che se fosse anche manifesta, andrebbe comunque condannata a priori perché viola ogni principio di relazione umana. Per loro l’unica possibilità è la morte violenta e terribile, che arriva improvvisa, quando meno ce lo si aspetta, una apocalisse che si presenta dal mare, come uno squalo malefico e preistorico dal quale è difficile sfuggire come è avvenuto sulla spiaggia in Tunisia o che improvvisamente si insinua in una centrale del gas, obiettivo desueto, ma che ha un preciso intento nel loro piano di destabilizzazione e nella costruzione di un clima di terrore su base mondiale.

È una sorta di pianificata strategia del terrore, improntata al grande male assoluto, dove la religione diventa solo un pretesto per giustificare l’azione efferata e senza scrupoli, che colpisce quella che è la dignità umana in tutte le sue forme, per umiliarla nei modi più barbari, per portare il mondo, non solo quello occidentale, ad una forma di nuova decadenza, che lo può indebolire nei suoi assetti fondamentali, per lasciare poi spazio alla loro azione devastatrice. Il racconto della loro follia in questo venerdì ne è una dimostrazione: oltre alla loro azione quotidiana di orrore nella guerre in Siria e nell’Africa mediterranea hanno bisogno di mostrare la natura del loro male a livello mondiale, necessitano di una vetrina per esibire l’assenza di limiti nella loro azione, per dimostrare la propria forza e la propria possibilità di colpire chiunque e ovunque, senza distinzioni, senza misure, senza pietà

È per questa ragione che il loro esibizionismo spietato, manifestato attraverso la sequela di attentati in luoghi e contesti assai diversi tra di loro, va rifiutato e non deve indebolire la nostra forza di reazione.Ènecessario che la sicurezza e le misure che tendono a garantirla vadano intensificate, che non sia loro permesso di avere questi attentanti, ancor più vigliacchi perché risultano una sfida implacabile al mondo intero, come “spot” della loro follia distruttrice. Per noi è necessario non lasciarsi prendere dalla paura.È difficile, ma abbassando la guardia nella nostra forza di reazione e di rifiuto, non facciamo altro che iniziare a farci contagiare da questa strategia del terrore. Con fierezza è necessario piangere e pregare per i morti, ma reagire sempre, perché giornate come queste non si ripetano e non intensifichino la loro cadenza.

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