Il futuro di Cantù? Il primo nodo è l’allenatore

Sodini, al momento, è blindato da un altro anno di contratto e per prima cosa bisognerà capire come intende muoversi

«Il futuro è un’ipotesi / forse il prossimo alibi che vuoi / il futuro è una scusa per ripensarci poi». Tocca scomodare Enrico Ruggeri per provare a pensare a quello che sarà, in casa Pallacanestro e dintorni. Come è logico che sia, impossibile trovare uno che, a caldo, possa anche solo provare a fare un ragionamento. Ma toccherà, prima o poi. Proprio per evitare che il futuro diventi una scusa per ripensarci poi.

È il giorno dopo la bruciante sconfitta di Scafati, che è costata il ritorno di serie A, al primo anno. E l’aria è quello dello stordimento generale. Un po’ per la bella botta rimediata (Scafati ha surclassato in lungo e in largo Cantù), un po’ perché chi ha viaggiato con la squadra lo ha fatto in pullman e di notte, appena finita gara 5, e a chi invece è rientrato in aereo sono toccati i primi voli da Capodichino.

Ma adesso che succederà? Logico chiederselo. La S. Bernardo ci riproverà, bisogna esserne certi, e probabilmente anche senza quella rivoluzione copernicana che aveva contraddistinto l’inizio della scorsa stagione, quando l’allestimento della squadra portò a una sola conferma (Jordan Bayehe) rispetto alla squadra appena retrocessa e a nove volti nuovi. Oltre al capo allenatore Marco Sodini e allo staff tecnico (Fabrizio Frates, Max Oldoini e Antonello Sorci).

Ebbene, stavolta qualche certezza in più dovrebbe esserci. Lo dicono, quantomeno, i documenti depositati in Lega, con contratti (escape o non escape da una parte o dall’altra compresi) ancora in essere. A cominciare dal tecnico che - volenti o nolenti - sarà il primo nodo da sciogliere. Perché poi andrà tutto a cascata.

La società, dal presidente Roberto Allievi in giù, si è presa qualche ora di valutazione prima di sedersi attorno a un tavolo.c. Se riprovarci qui o andare altrove a maturare nuove esperienze. Lo stesso discorso vale ovviamente anche pet il club.

Il front man del dialogo, manco a dirlo, sarà il general manager Sandro Santoro, che ha totale carta bianca e che da ieri può dire di aver ufficialmente cominciata la sua era, considerando i primi mesi di lavoro in Brianza come anno zero, vista la più che totale situazione ereditata e non creata.

Un Sacripanti ter?

Pronostico? Incerto più che mai, vale tutto. Compreso il divorzio. Che a oggi non è da escludere. Con quale formula, però, impossibile dirlo. Alternative? Ovviamente nessuna, ora. Anche se parte dell’ambiente, e forse anche in società, spinge per un clamoroso Sacripanti ter.

Non escludendo la possibilità di battere altre piste. Suggestione forse nata già finita sarebbe quella di Andrea Diana, che proprio con Santoro portò Brescia in A, ma che è talmente bene accomodato alla Segafredo Bologna, assistente di Sergio Scariolo, che per schiodarlo ci vorrebbe ben più di un solido progetto in una piazza storica.

Sul fronte dei giocatori, in scadenza di contratto sono quattro, e cioè Marco Cusin e Francesco Stefanelli, oltre ai due americani Trevon Allen e Zack Bryant. Escludendo con quasi matematica certezza che anche solo uno della coppia Usa, visto anche il finale, possa rimanere.

Ci sono poi punti di domanda per Cusin, per questioni anagrafiche e per via di un reparto che - nel caso si cambiasse asse tecnico - con un americano grande e forte, Jordan Bayehe, Matteo Da Ros e Stefan Nikolic non solo sarebbe coperto, ma persino di totale affidamento.

Stefanelli, dal canto suo, ha invece mercato. E pure in A: lui sì che, al di là del risultato non ottenuto con la maglia dell’Acqua S. Bernardo, potrebbe lo stesso fare il salto. Piace un sacco, ad esempio, al canturino Simo Giofrè, che rivolterà Brindisi come un calzino cambiando tutti e dodici i giocatori. Ma sono altri i club, e di fascia medio-alta, che durante l’anno hanno chiesto informazioni.

Per il resto, detto dei lunghi in teoria già confermabili, anche sugli esterni la Pallacanestro Cantù si era portata avanti. Lorenzo Bucarelli avrebbe bisogno di trovare - e dare - maggiore continuità. Potrebbe riprovarci un altro anno, così come decidere di andare altrove a recuperare il minutaggio che probabilmente pensava di avere a inizio stagione. Determinante, in questo caso, sarà l’allenatore e il suo parere.

Luca Vitali, al momento del sì in tempi d’inizio playoff, aveva ben accettato di sottoscrive un accordo pure alla stagione che verrà, a maggior ragione fosse stata nella serie maggiore.

Ora il contratto c’è, l’ottimo rapporto personale con Santoro pure, ma bisognerà vedere quale direzione prenderà il progetto. Se uno dei nuovi stranieri sarà un play e se soprattutto il giocatore bolognese avrà le motivazioni per disputare un’intera stagione in A2. Campo aperto, ma per ora più sì che no.

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