Il Giappone "scippa" la pizza
ma la mozzarella è un ricordo

I pizzaioli giapponesi vengono in Italia a imparare la pizza verace, ma in patria sono le catenae a scatenarsi. Così il piatto-principe del made in Italy viene stravolto con gli abbinamenti più azzardati

È forse una delle parole italiane più diffuse al mondo, eppure oggi parlare di pizza non porta automaticamente al Bel Paese. Il perché è semplice: perché la pizza non è più solo italiana.
In questi giorni in Giappone impazzano gli spot che reclamizzano la pizza giapponese di una catena. Lo scorso anno a Napoli si è festeggiato perché sette pizzerie giapponesi sono state premiate per aver aderito al marchio Vpn (verace pizza napoletana) e ora è arrivato l’accordo con la JalPak, tour operator legato alla Japan Airlines per preparare educational tour e formare pizzaioli giapponesi in grado di preparare il piatto secondo i canoni della tradizione.
Ma non tutto va in questo senso, in Giappone dove la pizza ormai è un piatto internazionale e ognuno lo declina secondo le sue preferenze.
Per trovare qualche esempio basta navigare sul web: un «misto pizza» annovera peperoni, tagliata di carne bovina, pancetta, funghi, melanzane, pomodoro, peperone verde, aglio, shimeji di funghi, cipolla. E una versione giapponese della «quattro stagioni» viene reinterpretata con gamberetti, sesamo bianco, asparagi, pancetta, tagliata di carne, aglio, salsa di carne, funghi e pepe rosso!
Il "business is business" e la grande industria non va molto per il sottile. Ogni anno nel mondo si consumano 30 miliardi di pizze, nei soli Stati Uniti ciascuno ne mangia 13 chili all’anno, ogni francese 10 chili, l’italiano si ferma a 5. E il giro d’affari nel 2004 si è fermato a 68 miliardi di euro, con un incremento in cinque anni del 15%.

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