Il tifo del Pala Desio. Ora la gente ci crede

«Succederà… che torneremo in A…». La canzone dei playoff, risuona incessante nelle orecchie dei quasi 4 mila di Desio

«Succederà… che torneremo in A…». La canzone dei playoff, risuona incessante nelle orecchie dei quasi 4 mila di Desio (3.812, record stagionale) dopo l’ultima sirena, a fine partita. Cantù non è morta: è viva, è in gioco, domani - ancora in casa - può pareggiare la serie. La prima freccia è andata a segno: dimezzare lo svantaggio contro Scafati. Applausi scroscianti per tutti, nessuno escluso. Ora tutta Cantù ci crede davvero. Ci credeva prima e ci ha creduto soprattutto sulla bomba di Severini a 3’ dalla fine che ha chiuso la partita: è venuto giù il palazzo.

La S.Bernardo ha vinto e lo ha fatto con una prova gagliarda: ci voleva. Una vittoria convincente. Cantù l’ha ottenuta ritrovandosi, aiutata da un gran pubblico, accorso a sostegno. E la fiammella della speranza ora si è fatta più intensa. Non è ancora quel rosso fuoco che tutti auspicano, perché ora c’è da completare l’opera a Desio, domani in gara4. La gara che dovrà valere il 2-2.

Tutto era cominciato con una sorta di inferno dantesco, messo in scena dall’intero PalaBancoDesio, colorato a festa e a tinte biancoblù grazie alle magliette indossate dagli spettatori, bambini truccati a tema, bandiere e sventolamenti incessanti. Si sono riviste dopo anni pure le cheerleader. Con gli Eagles nell’inevitabile parte dei trascinatori di tutto il palazzo. Pubblico carico e caldo per la partita più importante dell’anno: Cantù finalmente ha risposto in massa. E da Scafati, una cinquantina di intrepidi saluti fino in Brianza.

Applausi scroscianti alla squadra all’ingresso in campo per il riscaldamento prima e per la presentazione all’americana – con le torce degli spettatori accese, su consiglio della società -, tanta convinzione e voglia di supportare. Del resto, questa era la richiesta e questa era l’unica “opzione” per il popolo canturino: supportare, supportare e, ancora, supportare la squadra. Primi punti di Bayehe: fontana di carta igienica in campo, come nelle migliori occasioni. E supporto continuo, incassante e assordante. Il palazzo ha fatto la sua parte: se serviva una prova di forza, anche da parte dell’ambiente, c’è stata.

E ora subito sotto con gara4: i numeri sugli spalti possono anche migliorare, il sogno è portare la serie fino in fondo, a gara5. Questa Cantù, ora, può davvero farcela.

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