Il papà del ragazzo morto
sentiva le sirene e lo chiamava

Il ricordo del 19enne di Caslino d'Erba morto sabato in un incidente stradale a Canzo

Caslino d’Erba Il papà sentiva le ambulanze che arrivavano da Canzo. E subito si è preoccupato. «Simone, dov’è Simone? È in strada anche lui, e la strada è ghiacciata». Ha iniziato a chiamare il figlio sul cellulare, ma Simone non rispondeva. E allora le sirene di quelle ambulanze si è fatto sempre più vicino a Caslino d’Erba. Fino a quando lo strazio non è piombato nella casa di Massimo Tavecchio e di sua moglie Michela Cicchella. La signora è incinta di un mese. Aspetta un figlio, il quarto. Voleva una bambina, dopo i tre maschi. Ora pensa solo che ha perso un pezzo di cuore.
Simone, che aveva 19 anni, ha un gemello, Fabio. E i due hanno un fratellino di 10 anni, Davide, che ancora ieri non sapeva quale tragedia fosse successa in famiglia.
«Glielo dobbiamo dire ora - dicevano le zie, Candida Maltese e Lucia Cicchella -. Ha solo dieci anni, ma lo deve sapere».
Caslino d’Erba è un paese piccolo, ieri avvolto nel gelo. I parenti di Simone sono stati alla camera ardente dell’ospedale Sant’Anna fino a quando la salma non è stata messa a disposizione dell’autorità giudiziaria per l’autopsia. Poi sono tornati a casa.
Le zie sfidano il gelo per raccontare di Simone, che era ancora poco più di un ragazzino, «già abbastanza grande per lavorare con il papà, ma senza grilli per la testa».
«Non era uno di quelli che vanno in giro a divertirsi, ed esagerano - dice zia Candida -. Era un ragazzo bravissimo». «Viveva in simbiosi con il gemello - dice zia Lucia -. Io non so come farà adesso anche lui. Sono cresciuti insieme. Lui non ha amici, Simone era suo amico». Simone aveva frequentato le elementari a Caslino, le medie a Ponte Lambro e poi aveva seguito i corsi dell’Enfapi Briantea per prepararsi ad affrontare lo stesso lavoro di suo papà. Aveva deciso di fare il fabbro. Ed era un lavoro molto impegnativo. «Sabato era andato a fare un lavoro fuori, insieme all’operaio di suo papà. Stavano rientrando - dicono le zie -. Non sappiamo ancora cosa sia successo. Simone ha avuto due arresti cardiaci».
Il giovane è stato portato d’urgenza all’ospedale Sant’Anna di Como, ma le sue condizioni erano talmente gravi che è morto mentre i medici lo stavano operando in un ultimo disperato tentativo di salvarlo.
Aveva solo 19 anni, Simone, e 19 anni sono pochi perché ci siano tante cose da raccontare. Da piccolo aveva giocato a pallone, ma ora la sua vita era lì, nel capannone che il padre ha costruito vicino a casa. Era uscito con uno degli operai di suo papà, Charif Zitolimi. «Probabilmente il ragazzo voleva provare la Punto Abarth - dicono le zie -. Glielo aveva chiesto tante volte. E Simone deve averlo accontentato. Da come erano messi i corpi dei due ragazzi sembra che non guidasse Simone. Ma adesso dobbiamo pensare al resto della famiglia, a quel che è successo penseremo dopo».
Sabato è stata investita anche una donna, Angela «Lina» Vicini, 67 anni, nei pressi della stazione di Canzo. È ancora ricoverata in rianimazione al Manzoni di Lecco, in gravi condizioni.
Anna Savini

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