In treno da Portichetto a Como
Tanto il biglietto non si paga

Ma non è un'offerta delle Ferrovie Nord: molti passeggeri approfittano del fatto che "tanto il controllore non passerà". Fuori uso anche la biglietteria automatica

LUISAGO - Un viaggio in treno da Portichetto a Como si può fare gratis. Basta recarsi alla stazione delle Ferrovie Nord di Luisago, non fare il biglietto, e prendere il primo treno in transito proveniente da Milano, tanto il controllore non passerà.
La curiosità di verificare di persona, nasce da una segnalazione. Varcando con circospezione l’ingresso della piccola stazione «videosorvegliata», come segnalato all’esterno, ci si trova immersi in un ambiente a metà fra una corsia d’ospedale e un sottopasso metropolitano. Di fronte, lo sguardo viene immediatamente catturato dal «Fuori servizio» scritto a pennarello su di un cartoncino attaccato grossolanamente alla colonnina d’acciaio che serve a inoltrare chiamate d’emergenza alle forze di polizia, al 118 e alle ferrovie stesse. Cominciamo bene.
A destra, una veneziana grigia, non solo nel colore, impedisce di guardare oltre il vetro della biglietteria, sul quale sono affisse con il nastro adesivo le risposte alle domande più frequenti che si pone chi passa di lì: «Sarà possibile acquistare il biglietto in treno» e «Le pratiche amministrative dovranno essere espletate alla stazione di Fino Mornasco». Quindi, se un utente della stazione di Portichetto decidesse, ad esempio, di sottoscrivere o rinnovare un abbonamento con un po’ d’anticipo rispetto al viaggio o magari solo chiedere un’informazione in più, lo potrebbe fare, nel primo caso, recandosi in un’altra stazione, nel secondo, chiamando al centralino durante gli orari d’ufficio.
In realtà, appoggiata al muro di fianco allo sportello c’è un’emettitrice automatica, ma non è accessibile, per via di un paravento che nasconde i danni provocati dal recente furto. Fuori uso da qualche giorno anche questa, quindi, e chissà per quanto tempo. Ma, anche quando funzionava, aveva un limite che poteva rivelarsi un alibi di ferro per i furbi: la macchina accetta solo spiccioli e banconote di piccolo taglio, senza i quali non c’è possibilità di munirsi del tagliando di viaggio.
Senza biglietto, quindi, ci si avvia alla banchina per attendere il treno. Appena prima di un caldo mezzogiorno primaverile, sono una dozzina le persone che da Portichetto intendono viaggiare in direzione Como e, alcune di queste, rassicurano sulla necessità di farlo sprovvisti della ricevuta di pagamento. Una volta a bordo è vana l’attesa del controllore al quale poter pagare il biglietto. In rapida successione l’altoparlante segnala il raggiungimento delle stazioni di Grandate-Breccia, Como-Camerlata, Como-Borghi e Como-Lago. La biglietteria del capolinea, contrariamente a quella di Portichetto, è presidiata dal bigliettaio che, in seguito alla richiesta, stampa prontamente il biglietto per il ritorno: un euro e trenta. Qualche decina di minuti dopo, il treno riparte in direzione Milano. Stavolta il nome delle stazioni è scandito in successione inversa, ma il controllore rimane lo stesso. Raggiunto Luisago il viaggio finisce con una certezza e un dubbio. La certezza è di aver verificato positivamente la segnalazione iniziale. Il dubbio, invece, è che di positivo in questa storia non ci sia un granché.
Marco Pini

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