Intervento sbagliato
«L’ospedale adesso
deve rimborsarci»

Vittima una signora morbegnese di 74 anni operata al “Moriggia Pelascini” di Gravedona

Dal 2008 è invalida e viene accudita dal marito

«Oltre al danno, la beffa». Lo dice l’avvocato del foro di Lecco Michele Cervati, difensore di una donna residente a Morbegno di 74 anni, sottoposta nel gennaio 2008 a un intervento chirurgico alla colonna vertebrale che le ha cambiato la vita, diventata per lei e per il marito un vero calvario. «L’operazione, piuttosto semplice di foraminotomia, alla colonna vertebrale è stata effettuata da un neurochirurgo dell’ospedale “Moriggia-Pelascini” di Gravedona - ricorda il legale con studio a Colico - nella fase post operatoria i medici curanti riscontravano l’insorgenza della sindrome della “cauda equina”, con ritenzione urinaria e incontinenza fecale. Così la signora iniziava a intraprendere il trattamento riabilitativo al reparto di neuroriabilitazione dello stesso nosocomio ma la degenza durava soltanto pochi giorni». A causa della persistenza della sintomatologia riscontrata, la signora veniva nuovamente sottoposta a un secondo intervento da parte del medesimo neurochirurgo. «Con nessun effetto positivo, però, tant’è che la signora andava incontro a un calvario senza fine: parestesia ad un arto, difficoltà di deambulazione, gravi alterazioni intestinali (stipsi persistente ed episodi di incontinenza) e urinarie (ritenzione di urina con necessità di effettuare almeno 2-3 cateterismi alla settimana e episodi di incontinenza)».

Una vita stravolta

La vita della signora e del marito viene stravolta. Lui è costretto ad accudire a tempo pieno la moglie e assisterla anche nei bisogni primari. A questo punto viene coinvolto il medico legale di fiducia della paziente che conferma «l’esistenza della sindrome della cauda equina con anche disturbi sentitivo-motori dell’arto inferiore sinistro, derivanti da “un incidente tecnico da parte del chirurgo”». Fallito il tentativo di risolvere la controversia con una trattativa stragiudiziale, l’avvocato Cervati il 12 luglio del 2010, a due anni e mezzo dai due interventi chirurgici, decide di citare in giudizio il “Moriggia-Pelascini”, oggi Italia Hospital Spa, nonché il neurochirurgo che aveva operato, davanti al Tribunale di Como, sezione distaccata di Menaggio, per conto della danneggiata e del marito. Il consulente tecnico d’ufficio nominato dal Tribunale accerta, così, la responsabilità del neurochirurgo e riconosce alla signora un danno permanente del 40%. Nel dicembre del 2013 il giudice della sezione di Menaggio, Andrea Canepa, riconosce il danno subito dalla signora e dal marito e vengono condannati in solido l’ospedale di Gravedona e il neurochirurgo, al risarcimento di circa 400mila euro euro a favore di entrambe.

In attesa di risarcimento

«Dopo sei anni dalla vicenda e una sentenza provvisoriamente esecutiva, siamo ancora in attesa del pagamento - dice oggi Cervati - e questo non è giusto. Abbiamo a che fare con un ospedale che dovrebbe farsi carico del bene delle persone e non accampare scuse, tanto più che la signora ancora oggi soffre degli stessi disturbi, ha bisogno di questi soldi e fatto, incontestabile c’è una sentenza che va rispettata e siamo pronti a dar corso all’esecuzione nei confronti dell’ospedale se non si darà attuazione al più presto del provvedimento». n

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