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Venerdì 15 Aprile 2011
La mamma: "L'ho saputo in tv
Voglio mio figlio libero"
La notizia è giunta ai famigliari trascorse le 19, nel modo più brutale: comunicata pressoché contemporaneamente dalla televisione e da qualche amico attraverso un vorticoso giro di telefoni cellulari. E con una violenza paragonabile ai colpi assestati al volontario dai suoi rapitori, ha investito la maadre Egidia Beretta (sindaco di Bulciago)
E con una violenza paragonabile ai colpi assestati al volontario dai suoi rapitori, ha investito la mamma Egidia Beretta (sindaco di Bulciago, assente per l'intera giornata, era di ritorno in quel mentre da Milano) e la sorella dell'attivista, Alessandra.
Il sindaco di Bulciago ha seguito stando al telefono con i giornalisti il crudo video postato su You-tube, mentre andava in onda online ed anche sul telegiornale della Rai regionale.
«Sono confusa», è stata la sua sola reazione; donna tenace, dal temperamento fiero, Egidia Beretta non si è comunque sottratta alle domande, non ha ceduto all'emozione per quello che stava accadendo.
A chi tentava di dissuaderla in extremis dal fissare quelle interminabili sequenze - che ormai si trovano in rete - ha risposto semplicemente: «Mia figlia vuole vedere; dobbiamo capire bene che cosa sta succedendo».
Qualche informazione era per l'appunto appena filtrata dal tam tam dei compagni di interposizione del coraggioso bulciaghese. «Sono stata chiamata proprio adesso da Torino – ha proseguito la Beretta, sempre con lo sguardo al televisore – Una compagna di Vittorio mi ha detto che è stato prelevato nella notte, credo dalla sua abitazione. Un'altra compagna, che si trova proprio a Gaza, si sta muovendo con il consolato: è più agile di me, in queste cose».
Un fugace, amaro sorriso s'è intuito persino a distanza: ancora memore, la sindaco, dei problemi purtroppo già incontrati in passato con le istituzioni internazionali. «Sappiamo – ha ripreso – che l'intento di coloro che hanno prelevato Vittorio è di proporre uno scambio con governo di Hamas; vedo che sui filmati scorrono scritte per auspicare la rapida liberazione: non possiamo che sperare ardentemente lo stesso».
Nessun moto di rabbia, nessuna frattura nel tono della voce; Egidia Beretta ha sempre condiviso profondamente gli ideali di pace del figlio, senza nascondere - da madre - la sofferenza che le sue scelte potevano procurarle, ma garantendo sempre un incondizionato, orgoglioso sostegno morale e per molti versi materiale al suo difficile percorso. Un percorso che prosegue ormai da molti anni e che hanno trasformato Vittorio Arrigoni in una autentica icona del pacifismo.
Meno imperturbabile, ieri, la reazione degli amici di Egidia che condividono con lei – e, prima ancora, hanno vissuto col marito Ettore – decenni di impegno politico nella sinistra, dapprima all'opposizione e ora, da diversi anni, al governo del paese.
«Sono davvero sotto shock», s'è dichiarato l'assessore Tonino Filippone, anche lui fino a sera completamente all'oscuro del rapimento. Rientrato dal lavoro era passato a trovare la madre e lì - proprio dalle parole dei giornalisti - aveva avuto telefonicamente l'informazione; lasciata precipitosamente la casa paterna, Filippone è rientrato a casa per connettersi a You-tube e, frattanto, attivare il passaparola con altri assessori di Bulciago per verificare concrete possibilità di aiuto al loro sindaco.
Un'imprecazione gli è sfuggita tra i denti alla vista del volto bendato e tumefatto dell'amico, sorretto per i capelli dalla mano del sequestratore: «La cosa più sconcertante – ha soggiunto Filippone – è che Vittorio si trova a Gaza per fare il bene proprio di questa gente».
Oggi alle 12 il sindaco e gli amministratori di Bulciago saranno in piazza Moro per dare vita a un sit-in con sacerdoti, amici di Vittorio e tutti coloro che vorranno partecipare. Il tutto fino alle ore 16, orario di scadenza dell'ultimatum.
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