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Martedì 17 Giugno 2008
La Tessitura Pontelambro
venduta a un suo fornitore
L'azienda tessile erbese, quotata al listino Mac, controllata da Investimenti e Sviluppo che controlla il 75% della società, ha annunciato la cessione del 70% ad un nuovo gruppo industriale tessile, non competitor dell'azienda guidata da Giovanni Bernacchi. L'operazione resterà quotata al Mac e alla guida dovrebbe essere riconfermato lo stesso Bernacchi.
Como - Passa di mano il controllo della Tessitura Pontelambro, industria tessile di Erba, 76 dipendenti, un giro d’affari di 14 milioni di euro a fine 2007. La società, prima azienda ad essere stata quotata al Mac - il mercato alternativo di capitali - lo scorso 17 settembre, se l’accordo verrà definitivamente siglato passerà sotto il controllo di un proprio fornitore, primario gruppo del tessibile-abbigliamento, di dimesioni doppie rispetto alla Pontelambro, ma che con il quale potrà avviare un’integrazione industriale non essendo l’acquirente un diretto competitor sul mercato tessile. La lettera d’intenti, per la cessione del 70% del capitale sociale oggi controllato da Investimenti e Sviluppo, è stata firmata nei giorni scorsi e dalle prime indiscrezioni l’intera operazione dovrebbe valere circa 10 milioni di euro. L’azienda di Erba, guidata da Giovanni Bernacchi e specializzata nella produzione di tessuti in lino e cotone per il settore dell’abbigliamento di fascia alta, rimarrà comunque quotata al Mac. Perdipiù per la società erbese - secondo il regolamento fissato dal testo unico della Finanza - non vi è alcun obbligo di Opa. Investimenti e Sviluppo, guidata Giovanni Natali, ha quindi ceduto - secondo la lettera di intenti - il 70% di Pontelambro per dieci milioni di euro, a un prezzo unitario per azione di 3,82 euro, inferiore all’ultima quotazione settimanale della società erbese. Nessun commento ufficiale ieri dal quartier generale della società. Lo stesso Giovanni Bernacchi non si è voluto esporre a commenti, rinviando tutto al fine settimana quando molto probabilmente dovrebbe arrivare la definitiva risposta dell’acquisizione. In ogni caso fonti interne all’azienda confermano che «l’obiettivo del gruppo è lasciare la società quotata al Mac anche dopo il passaggio di proprietà. Il compratore non è un competitor, ma un fornitore di Tessitura Pontelambro, quindi l’integrazione industriale possibile - spiegano ancora - è molto forte e in questo caso ci sarebbe un allungamento della catena del valore». Investimenti e Sviluppo, società che svolge attività di acquisizione di partecipazioni e advisory per operazioni di finanza straordinaria, da parte sua, nella lettera di intenti aveva previato che l’impegno del potenziale acquirente a presentare un’offerta irrevocabile avvenisse entro ieri e che dovesse restare ferma ed irrevocabile fino al 19 giugno, giovedì prossimo. In caso contrario il potenziale acquirente dovrà pagare una penale di 250mila euro. Alla fine, l’operazione per il trasferimento delle azioni è prevista per il 30 giugno. In particolare il progetto di contratto prevede la cessione di 2.618.000 azioni, pari appunto al 70% del capitale sociale della Tessitura Pontelambro, di cui Investimenti e Sviluppo detiene il 75,13%, per un controvalore di 10 milioni di euro. Il prezzo medio pagato per azione calcolato su questa base è quindi risultato pari a 3,82 euro a cui viene aggiunto il dividendo per azione distribuito agli azionisti della Pontelambro il 4 giugno scorso, di 0,32 euro, e che porta il valore complessivo dell’azione a 4,14 euro. L’intera operazione genererà al conto economico della Investimenti e Sviluppo una plusvalenza di circa 5,5 milioni di euro. La cessione della quota e il dividendo incassato per un importo di 890 mila euro produrranno invece flussi di cassa positivi per 10,9 milioni di euro, che verranno utilizzati per svolgere altre attività di acquisizione e partecipazioni od operazioni di finanza straordinaria. Tessitura Pontelambro ha chiuso l’esercizio 2007 con 14,5 milioni di ricavi, in crescita del 13% sul 2006. Un giro d’affari in leggera discesa nei primi tre mesi del 2008, quando a fine marzo la trimestrale ha chiuso con un calo del 9% del fatturato (dai 3,9 ai 3,5 milioni) ma con un Ebitda (l’utile prima degli oneri finanziari, delle imposte e degli ammortamenti, l’indice che mette in evidenza la gestione operativa) in crescita nei primi tre mesi 2008 dell’8% a 0,9 milioni, pari al 25,5% dei ricavi netti. A fine 2007 la stessa gestione operativa era salita al 19%, pari a 2,9 milioni e un utile netto di 1,4 milioni di euro.
Simone Casiraghi
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