Lago basso, quanti danni
«Paghino i contadini del Po»

Bianchi (Lega): «Aumentare i canoni e dividerli con i Comuni». «Il Consorzio dell’Adda? Meglio lasciarlo stare. È intoccabile»

«Parlare con i responsabili del Consorzio dell’Adda non servirà a nulla. È un ente statale, e gode di prerogative intoccabili. Quanto alla sua “governance”, vale lo stesso discorso. La Regione non può farci nulla».

Il consigliere regionale Dario Bianchi (Lega) è tornato ieri sul nodo dei rapporti tra enti locali e Consorzio dell’Adda nella gestione del livello delle acque del lago, sempre più basso, con danni alle sponde - darsene, abitazioni, muri di contenimento - ogni anno più gravi.

«L’unica soluzione percorribile è quella contenuta in una legge regionale del 2001, la 22, che a sua volta aveva introdotto una serie di modifiche di un’altra legge, la numero 10 del 2009 - dice Bianchi -. Quando ne discutemmo, chiesi che fosse riconosciuta la specificità del Lario, in modo che il consiglio approvasse, come fece, un incremento dei canoni demaniali di concessione per l’uso delle acque pubbliche. Approvammo un emendamento con cui la Regione si impegnava a trasferire alle province entro il 30 novembre di ogni anno una quota dei canoni introitati l’anno precedente, ed era una soluzione che avrebbe consentito ai nostri enti locali di incamerare denaro da destinare al finanziamento di misure di riqualificazione ambientale del territorio e, in particolare, delle sponde». Come noto, il provvedimento di legge rimase sulla carta, dopo la caduta della Giunta di Roberto Formigoni ma Bianchi, lo scorso maggio, ottenne garanzie che la giunta avrebbe rispolverato ed emanato quella stessa delibera, «cosa che è intenzionata a fare al più presto».

Per quanto riguarda gli altri “nodi”, Bianchi aggiunge: «La Regione non può intervenire sulla “governance” del Consorzio. Semmai, per quanto riguarda la regolazione delle acque, dovremmo seguire la stessa strada che si sta seguendo sul Garda: quella di un accordo tra Regione ed enti interessati per avviare un percorso di studio finalizzato a una diversa regolazione dei livelli delle acque, adattandoli alle ai cambiamenti climatici in atto e alle esigenze delle comunità locali...».

«Rimane pacifico che debbano essere le Province, e non i consorzi di bacino o altri organismi, gli enti a cui trasferire le risorse derivanti dai canoni da destinare alle opera di miglioramento delle rive».

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