L’assassino di Lidia confessa
«Ho ucciso anche il fidanzato»

Il panettiere albanese arrestato per l’omicidio di Mozzate confessa di avere ucciso anche il bolognese Mannina

Al termine di un lunghissimo interrogatorio svoltosi nel carcere del Bassone, Dritan Demiraj, il panettiere albanese di 29 anni in carcere da un mese e mezzo con l’accusa di avere sgozzato l’ex convivente Lidia Nusdorfi, uccisa nel sottopassaggio della stazione di Mozzate il primo marzo, ha confessato un secondo delitto, autoaccusandosi della morte di Silvio Mannina, 30 anni, bolognese, le cui tracce si erano perdute alla vigilia della morte di Lidia.

Secondo quanto ricostruito dalla Procura di Como, Mannina - al quale la Nusdorfi era legata sentimentalmente dopo la rottura con Dritan, il padre di uno dei suoi due figli - fu attirato a Rimini alla vigilia del delitto. Demiraj voleva che Mannina attirasse Lidia alla stazione di Mozzate.. Secondo la procura nacque una discussione e Mannina fu ucciso. Ieri, in carcere, Dritan avrebbe parlato di un omicidio d’impeto, di aver strangolato l’uomo. Il delitto sarebbe avvenuto in una cava in Romagna, dove il panettiere sarà accompagnato domani per individuare il posto in cui trovare il cadavere del poveretto.

L’intenzione di Demiraj era quella di indurre Mannina ad attirare Lidia alla stazione di Mozzate, ma probabilmente lui si rifiutò. Usando il suo cellulare, l’omicida riuscì comunque a fissare un appuntamento con la donna, l’appuntamento fatale.

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