Le Olimpiadi assediate dallo smog
Pechino ora spera solo nel vento

Tutto pronto a Pechino per l'avvio delle Olimpiadi, ma la prima battaglia del governo sembra già persa: l'inquinamento assedia ancora la capitale e gli atleti sono accolti da una cappa grigia che non lascia speranze. Gli esperti: speriamo nel vento

A meno di due settimane dall'apertura  delle Olimpiadi, Pechino è sempre assediata da una fitta coltre di nebbia provocata dall'inquinamento. Malgrado i provvedimenti del governo - dalle norme anti traffico alla chiusura di alcune fabbriche - la capitale cinese appare sempre in bianco e nero.
Due giorni fa l'ufficio per la protezione ambientale della capitale ha annunciato la riduzione del 20% delle emissioni di smog nell'aria, ma gli atleti che arrivano a Pechino trovano lo stesso una città colorata di grigio. Neanche le migliaia di poster e murali che rivestono gli edifici in restauro, i cantieri edili o semplicemente i palazzi vuoti riescono a dare alla città un'immagine più "verde" e pulita nel giorno dell'inaugurazione del Villaggio Olimpico. Patrick Schamasch, direttore della Commissione Medica del Cio, prova a gettare acqua sul fuoco delle polemiche affermando che l'aria a Pechino non è peggiore "di altre città che hanno ospitato i giochi, come Los Angeles, Atlanta e Atene".
Ma per Du Shaozhong, portavoce dell'ufficio per la protezione ambientale della capitale, "l'obiettivo resta quello di ridurre quanto più possibile l'inquinamento a Pechino, anche se nella capitale spesso c'è la nebbia, soprattutto in questo periodo". L'unica speranza per avere Olimpiadi meno inquinate risiede nella forza e nella direzione del vento, ha detto Veerabhadran Ramanathan, uno tra i maggiori esperti mondiali di climatologia, che sta conducendo uno studio sull'inquinamento a Pechino. "Un elogio va al governo cinese per quello che sta facendo localmente, ma non può avere un effetto importante. Bisogna solo affidarsi ai venti".

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