Le Nord si prendono il bar:
"Sfrattato dopo 14 anni"

Fino, il gestore dell'esercizio della stazione. Il gestore: "Sono sul lastrico"

FINO MORNASCO «Non si chiede di più, si chiede il giusto: si chiede alle istituzioni di fare il proprio ruolo». È il pensiero amaro di Moony Toolseeram che ha lasciato le Isole Mauritius 28 anni fa per venire in Italia e ha trascorso gli ultimi 14 anni gestendo il bar, tabacchi, giornali e ricevitoria Lotto della stazione di Fino Mornasco. «È sempre andato tutto bene con le Ferrovie Nord, proprietaria dei locali – afferma Toolseeram –, poi verso la scadenza del secondo contratto di sei anni, nel 2006, ho inviato la richiesta per il rinnovo. Mi venivano date continue rassicurazioni verbali; solo che bisognava aspettare perché le Nord stavano creando un marchio unico che avrebbe gestito i bar su tutta la linea. Verso la fine del 2007 mi è invece arrivata la disdetta; nel frattempo sono stato comunque autorizzato a realizzare un bagno, richiesto dall’Asl, e la veranda esterna, per una spesa di circa 20mila euro. Nel frattempo la causa è sfratto definito per la fine di aprile 2008, anche se è stato riconosciuto il loro comportamento scorretto predisponendo un risarcimento a mio favore di 36mila euro. A quel punto le ferrovie mi hanno proposto di continuare fino al 30 settembre rinunciando però al risarcimento, e per i giorni oltre quella data avrei dovuto pagare una penale di 300 euro al giorno. Sono stato costretto ad accettare, perché dal momento in cui lasciavo il locale avevo sei mesi di tempo per aprirne un altro, non distante più di 200 metri dal primo, pena la perdita delle licenze. Siccome da oltre un anno avevo cercato anche altre soluzioni, c’era un discorso aperto con il Comune. Data la loro disponibilità ho speso circa 4mila euro in progetti, salvo scoprire in seguito che le aree individuate non appartenevano al Comune. Allora il sindaco mi ha proposto il parcheggio di via Dante, ma dopo otto colloqui avvenuti mi convoca il 30 settembre scorso per dirmi che era dispiaciuto ma alcuni consiglieri non erano d’accordo. Si sarebbe potuto fare da un’altra parte, ma a quel punto avrei perso tutte le licenze. Ho tenuto aperto finché a metà novembre ho trovato dei locali di un’ex ferramenta in via Risorgimento 43. Nel giro di 24 ore ho chiuso l’attività e fatto trasloco. In questa storia ho perso i soldi degli ultimi lavori, ho dovuto rinunciare al risarcimento, devo tenere chiuso 4 mesi per i nuovi lavori che costeranno circa 50mila euro, mi trovo con 50mila euro di magazzino e ho lasciato a casa quattro dipendenti, ho speso 4mila euro in progetti inutili, per non dire la parcella dell’avvocato. Se le Nord mi chiederanno anche i 15mila euro di penale mi ritroverò a 50 anni sul lastrico».

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