L'ex Cementeria di Merone
"investe" negli 80 anni

Oggi è la Holcim, l'industra che dà lavoro a 440 persone ha presentato un piano di investimento per la costruzione di un nuovo silo. In aumento l'indotto economico sul territorio.

Como - Senza la Cementeria, o almeno senza il suo cemento, non ci sarebbero la Casa del Fascio di Como, il Teatro Licinium di Erba, la chiesa di San Giuseppe a Lecco o il grattacielo Pirelli a Milano. Dietro queste opere si nascondono - nei muri, nei piloni, nei soffitti - gli ottant’anni di lavoro dell’azienda che ha segnato socialmente ed economicamente Merone e il territorio tutto intorno al paese. Tra la prima struttura rimarchevole realizzata con il materiale di Merone, l’asilo - scuola dell’Opera Pia Giulio Fiocchi di Lecco nel 1929, e il nuovo Ospedale Sant’Anna di Como, attualmente in costruzione, c’è tutta la storia dell’unità produttiva locale che ieri ha presentato una serie d’iniziative per il suo ottantesimo. Il futuro dell’azienda va di pari passo con il futuro delle 440 persone dell’area di Como e Lecco; dei sedici nuovi assunti per quanto riguarda il 2007. Da sempre il cementificio ha voluto mantenere quest’indole locale che, al di là della manodopera, crea anche un importante indotto: «Nell’industria di Merone attualmente lavorano 503 persone, inclusi i dipendenti di società in conto terzi che operano con continuità nello stabilimento - spiega l’amministratore delegato di Holcim Italia, Domenico Salvadore -. Sono 440 le persone impiegate residenti nel territorio limitrofo a Merone, tra Erba e Lecco. Sul totale dei dipendenti, 291 sono legati direttamente a Holcim». Importante anche l’indotto creato dall’azienda a livello locale: «Il 50% del totale degli acquisti del sito di Merone proviene da fornitori locali, nel 2007 abbiamo acquistato complessivamente nell’area per 38,7 milioni di euro». Più di un milione e 500 mila tonnellate di cemento prodotto annualmente, e la struttura è in ampliamento: «Il cantiere attualmente presente presso il sito riguarda la costruzione di un nuovo silo di stoccaggio del cemento - spiegano da Merone -. Si tratterà dell’undicesimo silo e sarà la continuazione dei depositi presenti per la spedizione di cemento. La capacità di stoccaggio sarà di 2 mila tonnellate, questo ci permetterà di gestire al meglio i picchi di domanda e ridurre l’impatto del traffico e i costi energetici. I lavori per la costruzione del nuovo silo sono iniziati a dicembre dello scorso anno e dovrebbero terminare ad aprile 2009». Se è locale la manodopera della cementeria meronese, lo sono anche le vendite: «Noi produciamo annualmente 1 milione e 250 mila tonnellate di clinker (il componente base per la produzione del cemento) e 1 milione e 650 mila tonnellate di cemento. Il cemento è venduto nella province di Milano, 500 mila tonnellate, Como e Lecco, 500 mila. Il restante finisce principalmente tra Bergamo e Sondrio». Imponente la produzione Holcim, ma anche il suo fatturato: «A livello di gruppo il fatturato netto per il 2007 è stato di 304 milioni di euro circa», spiegano dagli uffici dell’unità produttiva. Una crescita importante e continua, economicamente, se si pensa che il fatturato 2006 era di «soli» 265 milioni di euro. Stabile invece la produzione negli ultimi anni di cemento e clinker, mentre cresce quella del calcestruzzo e degli aggregati. «Dal 2004 al 2006 le vendite di calcestruzzo hanno registrato un aumento significativo, passando da 620 a 964 migliaia di metri cubi, grazie all’acquisizione di nuovi impianti arrivati a 23 a fine 2006. Ad oggi gli impianti di calcestruzzo sono 25. I volumi venduti di aggregati selezionati sono cresciuti, passando da 3.089 a 3.483 migliaia di tonnellate grazie al consolidamento a partire dal 2006 dei risultati della nuova cava Manara a Peschiera Borromeo». Molta acqua ha impastato il cemento da quando nel 1928 si scelse Merone per costruire la cementeria: «Si scelse il paese perché qui s’incrociavano due ferrovie dello stato, quindi veniva ritenuto un luogo strategico, ci si trovava vicino a Milano e si aveva accesso alle materie prime». Un libro, intitolato «Holcim 1928-2008: un patrimonio in costruzione», e una mostra fotografica ricorderanno gli ottant’anni di storia della cementeria. «Celebrare questo traguardo ci riempie d’orgoglio, dello stesso orgoglio che trapela negli aneddoti di fabbrica ascoltati dai nostri nonni o dai vicini di casa», conclude Domenico Salvadore, capitano di Holcim Italia.
Giovanni Cristiani

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