L’odissea di un novantenne
Dieci ore al Pronto soccorso

Un giorno d’attesa per pochi punti di sutura. La figlia: «Serve una struttura più piccola». L'azienda ospedaliera si scusa

Sette ore per la visita, altre tre per ottenere il referto di una radiografia. La disavventura vissuta domenica scorsa da un cittadino comasco di 92 anni porta nuovamente alla ribalta il problema delle attese infinite al Pronto soccorso del «Se considero la qualità della prestazione erogata, non posso lamentarmi - sottolinea la figlia Rosa - Medici e infermieri sono stati gentili e professionali. Ma mi pare che ci sia un evidente problema di carenza di personale e di spazi. Forse si potrebbe pensare alla creazione di qualche struttura più piccola, in grado di trattare i casi meno gravi. Mio padre ha avuto bisogno soltanto di qualche punto di sutura ma ho dovuto portarlo comunque al Pronto soccorso, dato che non esistono alternative. Eppure - conclude - sarebbero bastati un medico e un infermiere, senza grandi attrezzature». La direttrice sanitaria Laura Chiappa si «scusa a nome dell’azienda» e garantisce che si adopererà «affinché situazioni simili non si ripetano e vengano presi provvedimenti nei confronti del personale che non dovesse rispettare gli anziani».

© RIPRODUZIONE RISERVATA