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Domenica 04 Gennaio 2009
L’uomo del loggione si difende
«Giudice, io sono innocente»
Ai domiciliari dopo due notti in cella. L’accusa: molestie a un tredicenne
Assistito dall’avvocato varesino Pierpaolo Caso - che a Como aveva già difeso in un lungo processo in corte d’Assise i due fratelli titolari di una pizzeria di Locate Varesino teatro di un omicidio nel marzo del 2004 - il sessantenne ha potuto lasciare il carcere. All’Anagrafe residente in Sicilia, è ospite di alcuni parenti in provincia di Varese, dove è obbligato a restare in regime di detenzione domiciliare. Ha negato tutto, dicendo di non sapersi dare una ragione delle accuse mosse dal ragazzino che gli sedeva accanto nel loggione: «Vicino a loro c’erano altri spettatori e non risulta che le luci si siano mai del tutto spente», ha anche rilevato il suo legale. La questione, come sempre in casi di questo genere, è delicatissima. Il pm Maria Vittoria Isella e i carabinieri ritengono che la ricostruzione fornita dalla vittima sia più che plausibile. Al di là dei dettagli sulla dinamica delle molestie (mano sulla schiena, sulle spalle, sulle gambe fino ai palpeggiamenti che lo hanno spinto ad alzarsi e a chiedere aiuto) spiccano alcuni frasi che il pensionato avrebbe rivolto al ragazzino e che molto difficilmente quest’ultimo avrebbe potuto inventarsi. Senza contare che per lui quell’uomo era uno sconosciuto, circostanza che rende ancora meno plausibile l’evenienza che la storia sia frutto di una invenzione: quale sarebbe il movente?Perché mai il tredicenne, che dal loggione seguiva il concerto, avrebbe dovuto accusarlo? La domanda è stata rivolta anche all’arrestato, che però non ha saputo rispondere. L’inchiesta in ogni caso continua: è plausibile che la Procura, nei prossimi giorni, chieda di riascoltare la vittima, per fissarne la deposizione con tutte le cautele a maggior ragione dovute per un ragazzino così giovane. Le su dichiarazioni torneranno a essere incrociate con quelle del suo presunto molestatore.
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