Meloni-Gasparri: non sfilare a Pechino
No degli atleti, bufera e Pdl diviso

Il mionistro della Gioventù Gorgia Meloni e il capogruppo Maurizio Gasparri invitanoi gli atleti italiani a non sfilare a Pechino come forma di protesta contro la vilazione dei dirtti umani. Ma è bufera: no degli azzurri e il Pdl deve "abbandonare" i suoi esponenti. Il Cio: deploriamo l'invito

I politici vanno, ma almeno gli atleti dovrebbero fare un gesto simbolico e protestare contro la violazione dei diritti umani, magari non sfilando. L'appello lanciata da Maurizio Gasparri e ripreso dal ministro della Gioventù Giorgio Meloni ha fatto scoppiare una dura polemica tra governo e atleti italiani alla vigilia dell'apertura dei Giochi cinesi. E  la bufera è così violenta che il centrodestra è costretto a "mollare" i suoi esponenti. Il Cio, infine, ha deplorato l'invito a non partecipare alla cerimonia d'apertura.
Non solo gli atleti ma anche i tifosi possono fare un "gesto simbolico" per sottolineare che la Cina non ha ancora risolto la questione del rispetto dei diritti umani e civili ha ribadito il ministro della Gioventù, Giorgia Meloni secondo la quale "il timore più grande  è che cali il sipario su questi Giochi senza che sia stato posto il problema dei diritti umani e civili. Penso che ciascuno di noi, dagli atleti ai tifosi, in Italia o a Pechino, possa fare un gesto simbolico per ricordare quali sono i diritti da rispettare: dall'indossare una maglietta al dire qualcosa quando si viene intervistati al gesto di non sfilare che non è l'unico modo, ma uno degli strumenti".
Ma gli appelli hanno ricevuto un secco no dagli atleti che parlano di occasione della vita da non perdere. E i no sono stati tanti e decisi che alla fine lo stesso Pdl  ha preso le distanze dai suoi esponenti. Lo ha fatto Fini, per il quale gli atleti non hanno bisogno di inviti,l lo ha sottolineato Frattini secondo il quale bisogna rispettare lo sport e non politicizzare i Giochi. E anche l'opposizione, con Veltroni, sostiene che il non sfilare non sarebbe la risposta giusta per protestare.
Anche il Cio si prepara ad eventuali proteste. Le regole del Comitato olimpico stabiliscono per gli atleti piena libertà di espressione - incluse dunque eventuali critiche alla Cina per la questione dei diritti umani - ma non nei siti ufficiali dei Giochi e all'interno del Villaggio olimpico. "Ogni misura o sanzione dipenderà dal tipo di violazione e dalle circostanze", ha spiegato il vicepresidente Thomas Bach, che è anche capo della commissione disciplinare. "Dovremo essere estremamente flessibili" ha concluso.

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