"Mia mamma come Eluana"
In coma dopo il parto

La storia di una donna che è rimasta in coma dopo aver partorito la figlia che l'ha assistita per 18 anni

TAVERNERIO - «Qualcosa capiva. Quando eravamo con lei, infatti, sembrava volesse parlare. Non c’è un altro modo di spiegarlo: era viva». Jessica ha 18 anni e l’animo temprato da una vita che, fin dal primo vagito, l’ha messa di fronte a una realtà difficile da affrontare.
Subito dopo il parto, infatti, sua mamma Concetta è entrata in coma e, da lì in poi, la sua bocca non ha più proferito parola alcuna, affidando a piccoli, impercettibili segnali il compito di gridare che lei c’era, nonostante il suo corpo fosse adagiato su un letto senza possibilità di muoversi. Era viva.
A distanza di tre mesi, su per giù, dalla sua scomparsa (la donna è spirata ad agosto, nel giorno del suo 55° compleanno), Jessica - e, al suo fianco in questa decisione, i fratelli Fabio e Claudio - ha trovato la forza per raccontare la sua esperienza, sorretta da chi l’ha aiutata a guardare avanti quando il suo spirito cedeva il passo allo sconforto. Non erano nemmeno passate due ore dalla nascita della bimba che un aneurisma cerebrale l’ha privata, per sempre, della voce della mamma. Anni complicati, mentre la bimba cresceva. Il messaggio che Jessica e la sua famiglia vogliono dare è diverso, addirittura l’opposto di quello che passa per la maggiore. «A livello cerebrale - racconta - la sua attività era piatta. Erano i medici che l’accudivano a dirlo. Noi, però, sapevamo che capiva, certamente in modo diverso dal nostro, ma comunque emozionante e presente. Quando eravamo con lei cambiava colore, arrossiva, quasi in quel modo volesse dirci qualcosa». Segnali quasi impercettibili, che per i parenti erano tutto.
Al. Gaff.

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