Morti bianche e vittime della strada
"Ecco le emergenze, non gli omicidi"

Una ricerca del Censis rivela che in Italia i morti sul lavoro sono il doppio di quelli  attribuiti alla criminalità. Anzi in Italia l'indice degli omicidi è più basso che nel resto d'Europa. Allarme anche per gli incidenti stradali: altrove sono diminuiti più che nel nostro Paese

In Italia i morti sul lavoro sono quasi il doppio delle vittime di omicidio: se nel 2006 in Italia si sono registrati 663 assassinii, nel 2007 i morti sul lavoro sono stati 1.170.
A lanciare l'allarme è il Censis, secondo il quale, mentre gli omicidi sono meno frequenti che negli altri grandi paesi europei, le morti bianche sono decisamente di più. Non solo, ma gli incidenti sulle strade nel 2006 sono stati 5.669, quasi otto volte il numero degli assassinii.
I casi di omicidio in Italia sono stati 663 nel 2006, a fronte degli 879 casi della Francia, 727 della Germania e 901 casi nel Regno unito. Anche rispetto alle grandi capitali europee, nelle città italiane si registra un numero minore di omicidi. 
Ma l'Italia è di gran lunga il Paese europeo dove si muore di più sul lavoro. Nel 2005 gli infortuni (esclusi quelli in strada, che non vengono rilevati in modo omogeneo) sono stati 918 in Italia, 678 in Germania, 662 in Spagna, 593 in Francia. Se poi prendiamo in considerazione, prosegue il Censis, anche gli incidenti stradali, i numeri crescono ancora. Nel 2006 in Italia i decessi sulle strade sono stati 5.669 contro i 3.297 del Regno Unito, i 4.709 della Francia e i 5.091 della Germania. Gli altri paesi, infatti, sottolinea il centro studi, "hanno fatto meglio di noi negli interventi tesi a ridurre i decessi sulle strade: nel 1995 la Germania era maglia nera in Europa, con 9.454 morti in incidenti stradali, ridotti a 7.503 già nel 2000, per poi diminuire ancora ai livelli attuali. Nel 1995 in Francia i morti sulle strade erano 8.892, ridotti a 8.079 nel 2000, per poi diminuire ancora ai livelli attuali. La riduzione in Italia c`è stata (i morti erano 7.020 nel 1995, 6.649 nel 2000, fino agli attuali 5.669), ma non in maniera così rapida, tanto che il nostro è diventato il Paese europeo in cui è più rischioso spostarsi sulle strade".

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