Nuove mafie nel Comasco
La mappa delle confische

Sono 41 gli immobili acquisiti dal demanio e passati ai Comuni
Il record a Erba (13) seguita da Canzo (9) e Campione d’Italia (5)

Appartamenti, ville, box, terreni agricoli o edificabili. Sono 41 i beni confiscati dallo Stato allae organizzazioni criminali in provincia di Como e riportati dalle tabelle ufficiali dell’Agenzia del demanio. Un lungo elenco, che testimonia come il nostro territorio sia tutt’altro che immune dal problema. I documenti citano cinque immobili a Campione d’Italia, due a Cantù, nove a Canzo, due a Caslino d’Erba, due a Cermenate, 13 a Erba. E poi ancora: tre a Fino Mornasco, uno a Lipomo, due a Lurago d’Erba, uno a Mariano Comense, uno a Tavernerio. Tutti beni che appartenevano a un numero ristretto di persone (finite in carcere per reati che vanno dall’usura fino al sequestro di persona) e che sono stati per lo più trasferiti ai Comuni. Due terreni edificabili a Lurago d’Erba e un appartamento a Mariano sono stati confiscati, per esempio, ad Antonio Strangio, uomo della cosca «Jancu» di San Luca, arrestato nel 1999 e condannato a trent’anni di carcere per il sequestro dell’imprenditore brianzolo Luigi Meroni. I beni sono finiti all’amministrazione civica, che li ha utilizzati per una struttura socio-sanitaria e per alloggi riservati a indigenti. Più di metà degli immobili sequestrati (23 su 41) appartenevano a Ruggero Cantoni, Walter Bruni e Rosa Maria Noseda. Si tratta di appartamenti (quattro a Canzo, cinque a Erba), oltre a cinque locali a Erba, quattro garage a Canzo, un posto auto e tre terreni agricoli (uno a Erba, due a Caslino d’Erba). Cantoni, morto un mese fa all’età di 66 anni, era stato condannato perché ritenuto il capo di un’organizzazione accusata di estorsione, truffa, circonvenzione di incapace e usura a danno di piccoli imprenditori e commercianti comaschi e lecchesi.
Due appartamenti, un box, una pizzeria e l’adiacente sede dell’Eurocambi (tutto a Campione d’Italia) appartenevano invece al ristoratore Aldo Castelluccia, oggi 69enne, condannato nel 2006 a tre anni di detenzione per usura. I beni sono stati trasferiti al Comune, che ha deciso di destinare i locali della pizzeria a sede dell’azienda turistica, mentre l’appartamento ospiterà l’archivio dei lavori del nuovo Casinò.

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