Nuovo allarme di Guariniello:
«Sinigaglia, reperti radioattivi»

Conferma del pm di Torino che indaga sui legami tra Sla e campi di calcio

L’eventuale presenza di scorie tossiche sotto al prato dello stadio «Sinigaglia» e la possibile correlazione con l’insorgere della Sla (sclerosi laterale amiotrofica) restano nel mirino del pm torinese Raffaele Guariniello, che sta indagando sulla correlazione tra il calcio e la terribile malattia che ha colpito, tra gli altri, Stefano Borgonovo e Piergiorgio Corno, ex giocatori del Como. Nelle ultime settimane molti esperti hanno suggerito di effettuare verifiche sulle sostanze che si trovano sotto al manto erboso, dal presidente nazionale dell’Aisla Mario Melazzini al professor Adriano Chiò, che dirige il «Centro Sla» dell’Università di Torino. E lo stesso Guariniello, sulle pagine del «Corriere della Sera», ieri ha citato nuovamente l’ipotesi relativa allo stadio comasco: «La Sla nel calcio è un rebus davvero tragico e integrante – ha detto – Ora pare che sotto il campo del Como siano stati trovati reperti radioattivi…». Il procuratore ha scelto ancora una volta la cautela, dimostrando però al contempo di non voler assolutamente sottovalutare questa pista. Ha commentato, inoltre, la recente presa di posizione di Borgonovo, che ha escluso relazioni tra il mondo del pallone e la sclerosi laterale amiotrofica: «Forse ha ragione nel dire che non c’entra col doping, ma i dati epidemiologici dimostrano che calcio e Sla hanno molto a che fare (l’incidenza tra gli ex calciatori è nettamente superiore alla media, ndr)». Già in un’intervista a «La Provincia», d’altra parte, Guariniello aveva puntato l’indice contro fertilizzanti e pesticidi utilizzati sui campi di gioco, più che sulle sostanze dopanti: «La malattia - ha spiegato - è molto diffusa tra le persone che lavoravano nell’agricoltura».

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